Mercedes: battuti lealmente e in maniera netta dalla Ferrari

Mercedes: battuti lealmente e in maniera netta dalla Ferrari
Wolff e Lowe analizzano il Gran premio di Malesia, cosa non ha funzionato e le scelte strategiche del box

30.03.2015 ( Aggiornata il 30.03.2015 10:27 )

Sono tre episodi a sottolineare come in Mercedes siano di fronte a una situazione mai sperimentata prima: dover decidere sotto pressione. La Q1 affrontata con le gomme medie al sabato, le gomme dure usate nello stint finale di gara sulla macchina di Hamilton (con relative perplessità di Lewis), Lowe che sbaglia radio e dà all’inglese le comunicazioni sul pit di Rosberg. Insomma, il Gran premio di Malesia sarà stato anche un episodio (isolato?) nel dominio senza avversari del team tedesco, ma ha evidenziato chiaramente come in assenza di una W06 perfetta sotto ogni punto di vista siano necessari dei compromessi (quello in qualifica) e da lì interpretazioni sbagliate sul fronte gara. «Il nostro primo sentimento oggi è ovviamente di disappunto: siamo stati battuti in maniera leale e piena dalla Ferrari e Sebastian, che hanno fatto un fantastico lavoro. Non sono certo che avremmo potuto eguagliare il loro passo sul long run», ammette un onesto Toto Wolff. Onestà per onestà, va messo in conto anche il venerdì critico di Hamilton, senza i chilometri delle libere 1 e con il secondo turno affrontato con la necessità di un recupero sul lavoro perso al mattino. Una Mercedes non bilanciata – particolare ribadito dal campione del mondo nel dopogara - ha consumato di più le gomme, rendendo utopia una strategia vincente a due soste. «Avevamo visto al venerdì che Kimi era stato davvero forte in queste condizioni di gran caldo, con la pista oltre i 60 gradi, ed è stato confermato in gara. Ovviamente è facile passare per intelligenti dopo, indicando cosa si sarebbe potuto far meglio, e ci sono tanti punti che avremmo potuto ottimizzare», continua Wolff. Ci sarà da lavorare, analizzare quel che non ha funzionato e capire se resterà un episodio figlio del caldo, della pista, del venerdì a mezzo servizio, oppure se davvero la W06 ha dei punti critici in certi frangenti. «Non è stato un giorno perfetto per la Mercedes, ma è stato uno buono per la Formula 1», dice riferendosi alla vittoria Ferrari, all’entusiasmo che la Rossa scatena e all’interessante gara di Sepang. Gli si può credere, per ora, a patto che non diventi abitudine un epilogo come quello di domenica. Chi scende nei dettagli della strategia è Paddy Lowe. Giocarsi le Option in Q1 è conseguenza di una previsione poi rivelatasi errata: la gomma per la gara sarebbe stata la Prime dura. In realtà, almeno per la Ferrari, il degrado delle medie è stato non esagerato, consentendo di allungare gli stint e risparmiare un pit. «C’erano due scelte principali da fare: una gara a due o tre soste e se le gomme dure o le medie sarebbero state le migliori in gara. Al sabato i pareri erano contrastanti, con diversi team di testa che hanno usato mescole differenti tra loro in Q1: abbiamo preservato le Prime per la gara, gli altri le Option», spiega il direttore tecnico esecutivo. La gara si è decisa alla prima sosta, anticipata causa safety car, quando Hamilton e Rosberg sono rientrati in pista nel traffico, mentre Vettel aveva strada libera e spingeva per costruire il gap che poi si sarebbe ritrovato sotto la bandiera a scacchi. «Con il senno di poi, ha dato un vantaggio alla Ferrari su due soste e il tempo perso nel traffico ci ha lasciato un gap da Sebastian troppo grande da recuperare, specialmente considerando che non avevamo vantaggio netto di velocità». f.p.

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