A contenere l’entusiasmo per la
vittoria Ferrari a Sepang ci hanno pensato in tanti,
pronti a sottolineare come devono ritenersi un’eccezione le condizioni incontrate in Malesia. Davanti c’è il
Gran Premio di Cina e
James Allison ha messo quasi le mani avanti, anticipando quanto sarà diversa la musica a Shanghai. Guardando al prossimo appuntamento ci si accorge di un tracciato che, pur senza le temperature estreme della Malesia, rappresenta comunque un banco di prova impegnativo per le coperture. A ricordarcelo è
Ricciardo:
«E’ un circuito che definirei tecnico. Curva 1, 2 e 3 sono tutte molto lunghe e tecniche, non credo ci siano altre curve uguali in tutto il calendario», dice riferendosi alle continua destra che ripiega su se stessa e costringe a un progressivo scalare rapporto, prima di inserirsi nel lento tornantino a sinistra. Anteriore sinistra sotto stress, per poi richiamare la trazione e impegnare le coperture posteriori in uscita da curva 3.
La
Pirelli si presenterà con gomme medie e morbide, già all’opera a Melbourne e delle quali si è
apprezzata la stabilità sul fronte del degrado. Ma l’Albert Park non ha settori che sollecitano lateralmente la gomma, come invece Shanghai:
«E’ molto, molto aggressivo sulle gomme anteriori», ricorda
Ricciardo. Cinque chilometri e 400 metri caratterizzati anche dal rettilineo più lungo del mondiale, sul quale far valere il motore, a caccia di una velocità massima che dovrà ricercarsi senza scaricare troppo l’ala posteriore, che penalizzerebbe il primo settore, quello più guidato.
«Ho sentito alcuni piloti dire che è decisamente noioso… Ah! Se pensano sia noioso su una Formula 1, dovrebbero averlo provato in Formula Bmw: ci ho guidato da ragazzo e, credetemi, era il tipo di rettilineo sul quale mi sarei letto un libro, se l’avessi avuto».
La
gestione delle gomme tra i fattori chiave per la prestazione: non dispiace particolarmente, la natura di circuito aggressivo – specialmente sul compound morbido – all’australiano:
«E’ estremo, ma lo preferisco rispetto a scenari in cui la gomma ha bisogno di tre giri per essere pronta. Il fatto che entrino subito in funzione è impressionante; in qualifica devi guidare nel giro d’uscita come tua nonna, provando a tutti i costi di non rovinare le gomme prima che inizi il giro lanciato».
f.p.
Le immagini della gara del GP Malesia