Hamilton: Sono vicino a esprimere il massimo

Hamilton: Sono vicino a esprimere il massimo
L’inglese analizza il suo stato di forma attuale: la Mercedes, la leadership e il lavoro necessario per migliorare continuamente

21.04.2015 ( Aggiornata il 21.04.2015 11:36 )

La consapevolezza nei propri mezzi non è mai mancata a Lewis Hamilton, ma quanto sta esprimendo in questo inizio di mondiale forse non si era ancora visto nella carriera del campione inglese. Il paragone con Rosberg, per quanto non regga in termini strettamente numerici, classifiche alla mano, andrebbe considerato sotto un altro punto di vista, quello di un pilota che ha raggiunto il culmine e per quanto potrà avvicinarsi Nico, resterà un passo indietro. Questione di allineamento di molteplici fattori, oggi tutti favorevoli a Lewis. «Non so quali siano le sensazioni dell’essere imbattibile, so di sentirmi molto forte su questa macchina, con il pacchetto che abbiamo, e sento di essere in grado di tirare fuori tutto», commenta all’agenzia Press Association. Non si tratta di semplice autostima, al limite della presunzione, è l’analisi lucida di chi, nei fatti, interpreta al meglio una situazione tecnica che innesca una “riserva” nel pilotaggio sconosciuta l’anno scorso. Sulla simbiosi con la W06 Hybrid dice: «Mi sento più a mio agio su questa macchina e lo sento in me stesso: qualunque approccio abbia, la forza del mezzo è più grande che mai. E’ come “Sì, metto la macchina lì e lì va”». Immaginare in cosa possa migliorare ulteriormente è arduo. Finora abbiamo scoperto più un muretto box nel pallone quando si è trattato di dover gestire una situazione difficile, imprevista, lavorare sotto pressione come in Malesia, ma da parte di Hamilton sono state quattro gare impeccabili. E’ emerso chiaramente come il riferimento, una leadership espressa in pista e fuori, dalla quale non si sottrae: «Naturalmente senti sempre che ci sono cose da poter migliorare, ma è difficile individuare quali siano e dire al team su cosa concentrarsi. Questo è quel che fa un leader e, insieme a Nico, sto provando a guidare la squadra e indicare la direzione». La prova del nove su quanto sia realmente salito ulteriormente di livello quest’anno la avremo a Monaco. Lo scorso anno in qualifica fu il lungo di Rosberg al Mirabeau a togliere l’ultima chance di assalto alla pole. Ecco, sul circuito che più di tutti riesce a tirare fuori il meglio dal tedesco, riuscire a dettare legge con i margini visti al sabato in Bahrain sarebbe la definitiva consacrazione per Hamilton: «Lavoro duramente come qualunque altro pilota. C’era un momento in cui la gente diceva che Nico era un dottore di questo o quello, Jenson un maestro nella gestione gomme: ho spuntato tutte le caselle e lavorato per riuscirci anch’io. I risultati che ottengo non sono solo merito dell’abilità pura, studio e lavoro duramente per prendere note sulle gomme, ogni singola cosa che faccio. Conosco il potenziale che ho: sento sto arrivando vicino a esprimere il massimo». Fabiano Polimeni

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