Montecarlo e le Pirelli da scaldare

Montecarlo e le Pirelli da scaldare
Le mescole più morbide portate nella gara F1 del Principato si sono rivelate lo stesso più dure del necessario, mostrando usura e degrado infimi e creando altre difficoltà

25.05.2015 ( Aggiornata il 25.05.2015 11:35 )

Montecarlo ha confermato un dettaglio di non poco conto, relativamente alla gestione delle gomme sul circuito meno abrasivo di tutto il mondiale: la "lentezza" nel raggiungimento del corretto range di temperature da parte della Ferrari rispetto a Mercedes. La difficoltà di attivazione delle gomme è stato il leit motiv del week end per tutti i team, innescando i problemi di grip specialmente all'anteriore. I 42° C raggiunti in gara hanno aiutato un po' Vettel e Raikkonen, non sufficientemente per rispondere a Rosberg, ad esempio quando alla ripartenza dopo la safety car nel finale è volato via prendendo subito del margine. pirelli2 Una sosta unica, questa la strategia privilegiata dalla maggioranza dei piloti, eccezion fatta per la lucida follia Mercedes, ma non solo. Ricciardo, Perez, Button, Nasr, Massa, sono stati gli altri che hanno reagito con la sosta all'ingresso della safety car (poco prima, in realtà, Massa, giro 62). Su due soste anche Bottas e Verstappen, ma con esiti ben diversi: la Williams l'ha scelta per andare sul sicuro e aiutare il pilota in difficoltà di aderenza al posteriore, dopo che qualunque speranza di arrivare nei punti si era volatilizzata, Verstappen ha sfuttato la situazione per girare in scia a Vettel e approfittare dei doppiaggi per inserirsi e guadagnare la posizione, finché non ha trovato Grosjean. Uno dei fattori chiave sul versante delle gomme nel Gran Premio di Monaco è collegato alla minima differenza di prestazioni che si è registrata tra le due mescole. Il giro più veloce con le soft lo fa Rosberg in 1'18"599, contro l'1'18"063 di Ricciardo sulle supersoft, con macchina però più leggera e nel tentativo di rimonta su Hamilton e Vettel. Hamilton è il secondo più veloce con entrambi i compound, fa 1'18"676 con le morbide e 1'18"811 con le supersoft, Vettel marca il terzo tempi con le Pirelli gialle (1'18"854) mentre è Verstappen a fare la terza prestazione in gara con le supermorbide, girando in 1'18"873. Strategicamente si può dire che il vero azzardo per chi voleva puntare a guadagnare posizioni era nel tentare di andare ancora più lunghi rispetto a chi precedeva, restando in pista con le supermorbide (da notare i 43 giri effettuati da Stevens, stint più lungo in assoluto). A Raikkonen il gioco è riuscito su Ricciardo, a Vettel no, anche perché ha anticipato Rosberg di un giro, fermandosi al 36mo contro il 37mo di Nico: un tentativo di undercut che in realtà difficilmenre avrebbe funzionato e bloccato subito da Rosberg. Tuttavia, perché funzionasse la scommessa era essenziale poter avere pista libera - per quanto consenta Montecarlo - e spingere a fondo alla ricerca di tempi veloci, giocando anche sulla "lentezza" delle gomme morbide ad attivarsi e offrire la prestazione nelle tornate immediatamente successive alla sosta. pirelli1 La Pirelli aveva previsto l'unica fermata al 27mo giro, sulla scorta di quanto visto lo scorso anno, ma solo Kvyat e Verstappen sono rimasti vicini al target, visti i pit al giro 28 e al 29 rispettivamente. Tra i primi otto all'arrivo, invece, tutti hanno allungato di una decina di giri lo stint, con Button al box nel giro 35, Vettel, Perez e Ricciardo al 36, Rosberg e Raikkonen al 37 e Hamilton addirittura al 38mo. La palma di recordman quanto a giri percorsi con lo stesso set di gomme va a Carlos Sainz, partito dalla pitlane con le supersoft e cambiate dopo 12 giri, quando nel traffico ha deciso di anticipare la sosta, montare le morbide e andare fino al traguardo coprendo 66 giri. Il miglior indicatore per spiegare quanto usura e degrado siano stati inesistenti a Montecarlo. Fabiano Polimeni

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