Obiettivo:
qualifiche. E’ una
Ferrari che si appresta ad affrontare il
Gran Premio del Canada mettendo nel mirino due fattori principali, che determineranno la prestazione in gara. La
gestione delle gomme, specialmente il compound più morbido, e la
velocità al sabato, essenziale per partire davanti. E’
Riccardo Adami, ingegnere di pista di
Vettel, a fissare quelle che, in qualche modo, possono considerarsi le priorità, i temi caldi del week end.
«E’ difficile superare in Austria, cercheremo di trovare la massima prestazione per la qualifica per portarci avanti in griglia di partenza, perché le opportunità di sorpasso sono poche», spiega. L’unica vera chance di guadagnare posizioni è quella offerta alla staccata di curva 2, il tornantino Remus, a patto di avere tanto motore da far valere sul dritto che precede,
senza l’ausilio del Drs, confinato al rettilineo di partenza e al breve allungo prima della curva Gosser.
Le variazioni sul tema rispetto al Canada non mancheranno, perché
a Spielberg oltre a confermarsi l’importanza della frenata c’è un qualcosa in più, rappresentato dal settore guidato tra curva 3 e curva 7.
«Rispetto al Canada le differenze sono parecchie. Spielberg è un circuito storico dove abbiamo corso fino al 2003 e su cui siamo tornati lo scorso anno. Mentre in Canada c’erano lunghi rettilinei, frenate importanti e di fatto nessuna curva veloce, qui nei primi due settori ci sono, sì, frenate violente, ma nell’ultimo si affrontano pieghe molto veloci, da percorrere a circa 180 chilometri orari, in quinta marcia. Questo evidentemente comporta un assetto diverso rispetto alla gara precedente».
Se si confermerà il gran caldo dello scorso anno, sul fronte della gestione delle gomme potrebbero aprirsi scenari interessanti, con i quali giocare a proprio favore:
«Le strategia è un punto su quale si può cercare di mettere pressione sulle Mercedes in questa fase di campionato, dobbiamo concentrarci assolutamente sui long run del venerdì per capire in che direzione andare sulla strategia. Dovremo riuscire a sfruttare la supersoft in maniera efficace per qualificarci bene e avere un primo stint competitivo», aggiunge
Adami.
Si parla anche di sviluppo della
SF15-T, attesa a un altro passo in avanti a Spielberg, dopo l’evoluzione della power unit in Canada e qualche problema di troppo sofferto in qualifica da
Vettel, peraltro bollato da
Maurizio Arrivabene come “già noto”.
«I riscontri sono abbastanza buoni, abbiamo portato parecchio sviluppo e continua gara dopo gara, ci saranno particolari nuovi in Austria. Abbiamo cercato di capire quali sono le carenze principali della vettura in questo momento, speriamo di aver fatto le scelte giuste e un buon sviluppo sia sul fronte telaio che motore».
Tra Adami e Vettel il rapporto in Ferrari è in qualche modo un riallacciare i fili con il passato, l’esordio in Toro Rosso. Trovarlo a distanza di parecchi anni (e titoli mondiali) dà all’ingegnere di pista un punto di osservazione privilegiato per raccontare i due Sebastian, quello del debutto e quello dei quattro mondiali arrivato a
Maranello.
«Sebastian è cambiato molto, l’ho conosciuto a inizio carriera ed è rimasto il tratto professionale; in Ferrari l’ho trovato molto maturato e più consapevole dei suoi mezzi. Sta facendo un ottimo lavoro ed è maggiormente in grado di gestire una squadra grande, avendo vinto 4 mondiali da quando lavorava con me. Sta facendo un lavoro eccezionale».
Fabiano Polimeni