Whitmarsh e l’implosione della Formula 1

Whitmarsh e l’implosione della Formula 1
L’ex uomo McLaren, ora in America’s Cup, non prevede un futuro roseo per la categoria

25.06.2015 ( Aggiornata il 25.06.2015 10:07 )

Ricordate Martin Whitmarsh? Dopo un periodo in cui se ne erano perse le tracce, uscito dal mondo della Formula 1 e ancor prima dalla McLaren, per l’inglese si sono aperte le porte del progetto BAR in America’s Cup. La vela con Ben Ainslie Racing, di cui è amministratore delegato. Un nuovo progetto che non gli impedisce, però, di guardare a quanto sta accadendo nel Circus e dire la sua, forte di una lunga esperienza. Non sono parole di fiducia sul futuro della categoria, quelle rilasciate all’agenzia Reuters: «Credo che imploderà prima di risolvere i suoi problemi. Col tempo lo farà, ma mi rattrista vederla affrontare il percorso che sta attraversando. Amo la Formula 1 e la McLaren, ci ho trascorso 25 anni: mi rattrista vederla così. Cerco di stare più lontano possibile e di non commentare, ma è triste quanto sta accadendo allo sport». Previsioni negative, probabilmente frutto delle considerazioni che un po’ tutti gli osservatori, tifosi e addetti ai lavori fanno: manca una visione chiara sulla direzione che deve prendere la categoria, dalla definizione dei regolamenti tecnici, alle questioni più spinose come la sostenibilità economica. Più di ogni altro tema, sembra stargli a cuore quello della ripartizione dei proventi tra i team, lui che ha attraversato diverse fasi della Formula 1 e lo ricorda: «Se guardiamo ai cicli, c’era lo sport com’era 30 anni fa… poi l’era dei tabaccai è stata quella che ha fatto scattare la grande crescita e in seguito l’era dei costruttori, quando in un colpo solo avevamo sette delle nove maggiori case automobilistiche. Con la crisi economica è sparito tutto ed è diventato variegato, ma differenziarsi deve anche ammettere – e fa fatica a farlo – che occorre operare su un piano diverso ed essere una Formula 1 un po’ più equa in termini di redistribuzione. Il tema è d’attualità ma sfortunatamente al momento è stato portato in un angolo». Fabiano Polimeni

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