Webber: Red Bull resterà in F1

Webber: Red Bull resterà in F1
Non crede all’abbandono e nel 2016 non li vede in lotta per il titolo. Sulla F1 dice: “Non la capisco io, figurarsi l’uomo medio”

15.10.2015 ( Aggiornata il 15.10.2015 14:53 )

Tra i tanti punti discutibili dell’affaire Red Bull, costretta di fatto a tornare sui propri passi e rivolgersi ancora a Renault per mandare in pista due monoposto il prossimo anno, c’è la più volte ribadita idea dell’obbligo di essere competitivi. Non partecipiamo per far numero è stata la frase ricorrente negli ultimi mesi, come se ci fosse qualcuno disposto a investire centinaia di milioni di euro per puro spirito decoubertiniano. Difficile da comprendere il concetto di: o siamo nelle condizioni di vincere o non se ne fa nulla. Sulle prospettive 2016 per il team di Milton Keynes si esprime anche Mark Webber, che a Speedweek commenta: «La ghigliottina è pronta, mi auguro però non entri in azione. Credo che Red Bull resterà in Formula 1, forse la soluzione per il 2016 non gli consentirà di lottare per il mondiale, ma entrambi i team potranno continuare». Non si esprime, invece, su quale sarà il partner motorista, anche se le opzioni sono necessariamente finite e dei modi con i quali andare a bussare ancora alla porta di Renault ne parliamo approfonditamente su Autosprint in edicola. C’è poi il fattore tempo da considerare: «E’ il problema maggiore, perché va a sfavore della Red Bull; mi metto nei panni di Mateschitz e non c’è nulla di peggiore che trovarsi in una situazione che sfugge al tuo controllo». Viene da aggiungere che si sono “impegnati” a fondo in Red Bull per mettersi nelle condizioni attuali. A parte gli scenari 2016, Webber torna sul problema di una Formula 1 che non riesce a differenziarsi sufficientemente dalle altre categorie, essere riconoscibile, e dice: «Compri un biglietto da 500 euro e vedi Hamilton uscire da un curva, poi corre la GP2 ed Evans esce dalla stessa curva con una velocità uguale. Nessuno vuole spendere 500 euro per queste cose. Quando gente come il sottoscritto, che è nel giro da un pezzo, non comprende più lo sport, allora come si può pretendere che l’uomo medio capisca quel che sta accadendo?» Fabiano Polimeni

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