GP USA, Hulkenberg e Perez promuovono Austin

GP USA, Hulkenberg e Perez promuovono Austin
Il circuito piace ai piloti e Force India è attesa ancora su alti livelli dopo il podio in Russia

19.10.2015 ( Aggiornata il 19.10.2015 10:17 )

Per lo spettacolo che le tre edizioni corse finora hanno assicurato, Austin merita di stare nell’elenco dei circuiti “riusciti”, sia per il layout che per le opportunità di battaglia che offre. In casa Force India si affronta la trasferta americana sulle ali dell’entusiasmo del podio ottenuto a Sochi, buono per cancellare il ritiro di Hulkenberg dalla memoria. Commenti positivi, quelli dei piloti, sulle sfide che il Circuit of the Americas propone: «Ha delle parti speciali, soprattutto nel primo settore, con la salita verso curva 1. Puoi adottare diverse traiettorie e frenare molto tardi, il che lo rende un buon punto per sorpassare», analizza Perez. Le variazioni altimetriche, i cambi di direzione in stile-Silverstone, sono i tratti caratterizzanti un T1 che mette alla frusta l’equilibrio aerodinamico delle monoposto. Diverso è il tratto centrale, serve velocità sul dritto e, prima, un’ottima trazione uscendo da curva 11: «Il Drs si fa sentire parecchio e il rettilineo tra curva 11 e 12 è una buona opportunità per attaccare. Dovremmo essere in buona forma e competitivi, il modo migliore di tornare protagonista dopo un week end a Sochi deludente». Force India che ha dimostrato di non temere nessun tracciato e ad Austin è destinata a confermarsi nelle posizioni buone dei punti. «Dei nuovi circuiti, Austin è probabilmente il mio preferito. La presenza di diverse tipologie di curve la rende una pista divertente da guidare e hanno progettato delle strutture molto belle. E’ facile trovare il ritmo, il giro si compone di un’alternanza tra curve veloci, medie e lente con anche tanti cambi di pendenza; nelle curve da 3 a 6 conta molto il carico aerodinamico e sarà lì che si scaricheranno elevati livelli di energia sulle gomme, è una parte nella quale occorre una macchina reattiva ai rapidi cambi di direzione», spiega Hulkenberg. Fabiano Polimeni

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