GP Messico, Force India gioca in casa

GP Messico, Force India gioca in casa
I legami con gli sponsor, la presenza di Perez, il team sarà sotto i riflettori. Mallya: andare a punti, l’obiettivo minimo

28.10.2015 ( Aggiornata il 28.10.2015 10:21 )

Reduci da Austin dove si sono assicurati l’ennesimo week end convincente sul fronte prestazionale e una gara che li avrebbe visti arrivare a punti con due macchine, se Nico Hulkenberg non avesse sbagliato misura nell’attaccare Ricciardo, per Force India è tempo di guardare a quello che può considerarsi il gran premio di casa. Senza l’India in calendario, il ritorno in Messico rappresenta l’evento con il legame più stretto fra team e Paese. La presenza di Sergio Perez, gli investitori, l’aver presentato la livrea della monoposto 2015 a Città del Messico: di motivi perché l’attenzione mediatica sia elevata sul box della scuderia di Mallya ce ne sono parecchi. E le aspettative non possono che essere positive, per un team autorevolmente in quinta posizione nel mondiale Costruttori e con l’utopia di una Red Bull distante 48 punti in quarta piazza. «La gara di Austin ha dimostrato il buon livello di forma nel quale ci troviamo al momento. Siamo stati competitivi su ogni tipo di circuito dal ritorno in pista dopo la pausa estiva ed è stata solo la sfortuna a privarci di un arrivo a punti con due macchine in Texas», analizza Vijay Mallya, che ribadisce l’obiettivo minimo per la gara di domenica prossima: Hulkenberg e Perez nella top ten. «Ci aspettiamo essere competitivi come di consueto, girando su una pista nuova avremo sfide aggiuntive, dovendo andare alla ricerca dell’assetto ideale». Obiettivo minimo “generico”, perché sulla carta le caratteristiche del circuito sembrano addirsi alla VJM08 e puntare a essere subito dietro Mercedes e Ferrari potrebbe non essere irrealistico. Se Hulkenberg è incappato nell’ennesimo ritiro a Austin, c’è un Sergio Perez reduce da una sequenza di arrivi a punti convincente: 6° a Monza, 7° a Singapore, 3° in Russia e 5° negli USA. «Le ultime due gare sono state il modo ideale per prepararmi al ritorno alla gara di casa. Un arrivo a podio e un convincente quinto posto mi hanno dato molta fiducia per il finale di stagione. Credo ci si possa attendere ancora altro», ha dichiarato. C’è tempo anche per ricordare il passato, il sorpasso di Mansell a Berger nel 1990, all’esterno in ingresso della Peraltada: «Sono contento gli sia stata intitolata l’ultima curva. Mansell è un eroe per gli appassionati messicani e ammiro quanto è riuscito a ottenere. Ha vinto l’ultima gara corsa nel 1992 e ha effettuato uno dei sorpassi più spettacolari di tutti i tempi, per cui è giusto che gli sia stato reso questo tributo». Fabiano Polimeni

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