Raikkonen e Bottas ora a parimerito

Molto similmente al dopogara russo, anche quello messicano vede Kimi Raikkonen rispondere in merito al contatto avuto con Valtteri Bottas. Solo che questo è stato molto differente, sia nei ruoli (stavolta era il finlandese della Ferrari a essere attaccato) sia nelle conseguenze, con Kimi fermo a sospensione posteriore destra divelta. Mentre l'altro finlandese è andato a cogliere la posizione sul podio lasciata libera dalle Mercedes. L'episodio ha visto l'attacco di Bottas all'esterno della curva 4 (sinistrorsa) dalla quale esce tenendo la destra e, pur con metà monoposto oltre la riga laterale, stando all'altezza di metà macchina di Raikkonen con le ruote anteriori. Poi nell'affrontare la curva 5 subito dopo (questa verso destra) Bottas piega un po' verso sinistra rientrando sull'asfalto, mentre Raikkonen fa il contrario per accompagnare la curva, finché il contatto è inevitabile e la Ferrari decolla con la ruota posteriore sull'anteriore della Williams.

«Io so che ho perso la ruota, che l'ho colpito - risponde Raikkonen a chi gli chiede cosa ne pensa dell'incidente - ma come ho sempre detto vi sono due modi diversi di vedere queste cose. Queste sono le gare. Un po' me l'aspettavo, che potesse succedere qualcosa del genere dopo la Russia, perché alcuni non dimenticano le cose. Ma ripeto, sono cose che possono succedere. Se l'ha fatto di proposito? Mah, decidete voi la risposta. Ma non cambia nulla in questo momento e non cambierà nulla in futuro da parte mia». «È un peccato che sia finita così - è il commento di Bottas - ma sono le corse. È stato un grosso urto, ma è stata solo una questione di sfortuna che siamo rimasti coinvolti nuovamente noi due. Per me non c'è nulla da dire al riguardo, se non che ovviamente stavamo gareggiando intensamente. In situazioni simili si riesce ad avere spazio per due macchine, e non vedo perché dovrei tirarmi indietro quando lotto per una posizione. Mi era parsa una buona possibilità, ma è finita così. Non c'era più spazio: io ero all'interno e quando ci siamo toccati non avevo spazio dove andare». Anche in questo caso, come per quello fra Vettel e Ricciardo, la direzione gara non ha riscontrato elementi per intervenire: normale incidente di gara o quantomeno corresponsabilità equa. Questo ha fatto scalpitare chi, facendo riferimento al precedente incidente di Sochi, ha visto sperequazioni dato che in quell'occasione Raikkonen era stato sanzionato. In realtà, sia dal punto di vista regolamentare che da quello della dinamica, i due incidenti sono sensibilmente differenti e non possono essere accomunati se non per aver avuto gli stessi protagonisti e perché la curva era sempre a destra.

Infatti a Sochi era stato Raikkonen che nel "tirare la staccata" è arrivato solo all'ultimo, a ruote ormai bloccate, all'altezza delle ruote posteriori di Bottas con quelle anteriori, in un contatto che in pratica è stata una tamponata laterale. In Messico, invece, Bottas era a metà macchina già da tempo e l'urto fra le ruote è avvenuto con quella posteriore di Kimi che è andata ad accavallarsi su quella anteriore di Valtteri. Vanno tuttavia evidenziati altri due fattori, che mostrano come tutto sommato la volontarietà e le vendette siano soltanto speculazioni. Per cominciare, anche quando ha stretto Raikkonen non ha puntato davvero al cordolo, ma è stato un poco più in là: insomma, un po' di spazio lo stava almeno cercando di lasciare, seppur non abbastanza, e sarebbe forse bastato 1 metro in più. Dal lato Bottas, è stato inoltre evidente come pur trovandosi a metà macchina dell'avversario abbia bloccato le ruote in un "panic brake" all'ultimo momento: se fosse stata una manovra intenzionale e "cattiva", non l'avrebbe fatto. Non solo: è proprio la frenata di Bottas ad arrivare a far accavallare le ruote in quel modo, e chissà, se non l'avesse fatta forse il tutto si sarebbe potuto risolvere solo in una botta laterale che avrebbe allargato Raikkonen in modo brusco ma quasi sicuramente più "indolore". Ma, appunto, così vanno le corse. Maurizio Voltini

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