Due
frenate particolarmente impegnative, con decelerazioni in teoria buone per tentare un sorpasso. Eppure la fama di
Yas Marina non è delle migliori, chiedere ad
Alonso per conferme.
I 5.500 metri mettono a dura prova l’impianto frenante, chiamato all’opera per il 22% del tempo sul giro. Tre, i punti segnalati dalla
Brembo per le decelerazioni maggiori: il primo è in curva 5, la stretta esse che precede il tornantino nel T1. Si sviluppano 4.3 G di decelerazione. Il secondo arriva in fondo al dritto successivo, curva 8, staccata con il valore più elevato in termini di G longitudinali: 5.2 con
272 km/h di differenza di velocità tra inizio frenata e ingresso curva, delta da perdere in 155 metri e applicando 169 kg sul pedale. Si può sfruttare il DRS per avvicinarsi e tentare l’attacco oppure rinviare la manovra al secondo tratto subito dopo la chicane.
In entrambi i casi, la trazione in uscita riveste un’importanza cruciale per restare vicini alla monoposto che precede e non entrare in scia solo nella parte finale del dritto. Curva 11 è un’altra frenata decisa, 4.9 G con 160 kg di pressione sul pedale del freno per inserirsi nella stretta tagliola che introduce nel misto di
Yas Marina.
Un settore centrale e conclusivo che vedono un susseguirsi di azionamenti dell’impianto, con poche opportunità di raffreddamento dei dischi. C’è, poi, un ulteriore tema chiave da gestire nella seconda metà del giro: le gomme.
«Quando si arriva nell’ultima parte del tracciato bisogna stare molto attenti a gestire le gomme, perché le curve lente alzano di molto la temperatura dei battistrada posteriori e questo implica che il pilota nei primi due settori debba evitare di surriscaldarli. Penso che l’aspetto cruciale di questa gara sia proprio la gestione di assetto meccanico e pneumatici. Non ci dimentichiamo che ad Abu Dhabi è estremamente difficile superare e l’impianto frenante è sollecitato molto duramente», commenta
Esteban Gutierrez.
Lo scorso anno il circuito teatro del
Gran Premio di Abu Dhabi si classificò al primo posto per la maggior decelerazione espressa in frenata, ben 265 km/h, nonché al quarto e quinto posto per spazio di frenata richiesto.
Altri dati interessanti che presentano il week end alle porte sono legati alla
posizione media di partenza del vincitore nelle 6 edizioni passate: 2,17, prima fila piena, mentre una sola volta ha vinto chi è partito in pole. Nessuno, invece, ha vinto partendo più indietro della quarta piazzola. L’intervento della safety car è improbabile, viste le statistiche che dicono di una percentuale del 33%.
Dalla
telemetria Lotus, infine, Yas Marina fa registrare 75 cambi marcia a giro e un consumo medio di carburante atteso a 1,36 kg/giro, con il 46% di ogni tornata affrontato a pieno gas. I trasferimenti di carico sui due assi fanno sì che 10 kg di benzina in più a bordo incidano per poco meno di 3 decimi sul tempo complessivo.
Fabiano Polimeni