Hamilton e le difficoltà a scuola: ero dislessico

Hamilton e le difficoltà a scuola: ero dislessico
Lewis ricorda il passato e racconta i progetti futuri, post-Formula 1: impegnarsi per i ragazzi svantaggiati

22.12.2015 ( Aggiornata il 22.12.2015 10:03 )

Tempo di dichiarazioni “natalizie” per Lewis Hamilton, leggère, pur con qualche tema tecnico che affiora tra le risposte del tre volte iridato ai tedeschi di Stuttgarter Zeitung. Nel clima di festa, ecco che Lewis riconosce un punto di forza al rivale “meno considerato”, Nico Rosberg. «Sul piano tecnico, Nico è molto bravo nel definire l’assetto, spesso ha delle buone intuizioni sulla direzione nella quale sviluppare la monoposto; io sono, invece, particolarmente forte in frenata, riesco a staccare molto tardi: abbiamo le nostre differenze». La parentesi più strettamente sportiva e d’attualità si chiude qui, lasciando il campo libero ai ricordi del passato, di una scuola affrontata con degli ostacoli: «Non era un gran divertimento. Avevo delle difficoltà, in quanto dislessico e spesso saltavo le lezioni del venerdì quando correvo nei week end. Tra le materie preferite, ovviamente, c’erano le attività sportive, ero capitano delle squadre di basket e calcio e ho fatto parte di quelle di rugby e atletica, mi piacevano anche musica e francese, pur non parlando la lingua». Raccontando quello che sarà il suo futuro, ribadisce – semmai ce ne fosse bisogno – il desiderio di fare altro: «Se mi fermerò, uscirò dal mondo delle corse, questo è sicuro. Mi piacciono i bambini e vorrei costruire scuole per i ragazzi poveri, offrendo loro l’opportunità di poter avere una buona istruzione e imparare a suonare uno strumento. So cosa voglia dire vedersi negata una buona istruzione dai presidi e so come ci si possa sentire». Fabiano Polimeni

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