L’appello GPDA: cambi il governo della F1

L’appello GPDA: cambi il governo della F1
L’associazione dei piloti chiede urgentemente modifiche al sistema di gestione della Formula 1: obsoleto e mal strutturato

23.03.2016 ( Aggiornata il 23.03.2016 17:23 )

Da voci singole, a coro unanime. La GPDA, l’associazione che riunisce i piloti di Formula 1, si rivolge a chi, lo sport, lo gestisce, a chi lo segue e ai tifosi. L’ultima uscita era arrivata a fine gennaio, quando Alexander Wurz si fece portavoce di un’esigenza ormai non più procrastinabile: l’introduzione di un dispositivo di protezione per il casco. Spinse anche per interventi tecnici chiari, che dessero ai piloti l’opportunità di correre sempre al limite, invocando gomme che lo permettessero. Oggi, il bersaglio delle rimostranze della GPDA è più ampio. E’ la gestione stessa del “giocattolo”. Il sistema di governo inefficace, con gli interessi impossibili da conciliare dei team, ma non solo. «Amiamo il nostro sport!», inizia così la lettera. «Cerchiamo la competizione e amiamo la F1 quasi incondizionatamente, il che ci rende probabilmente le persone, tifosi a parte, con l’interesse più puro nei riguardi della Formula 1». Un preambolo chiaro per definire la posizione: le critiche che muoviamo sono per il bene dello sport. «Sentiamo che alcune recenti modifiche regolamentari, sia sul versante tecnico che sportivo, incluse alcune direzioni sul fronte del business, siano un danno, non risolvono i problemi più importanti che si trova davanti il nostro sport e, in certi casi, possono metterne a rischio il futuro». E’ il primo affondo, “addolcito” dal riconoscimento delle buone intenzioni da parte di squadre, organi di governo e proprietà della Formula 1. Come dire: provate a fare il meglio per la categoria, ma non vi riesce. «I piloti sono giunti alla conclusione che il processo decisionale è obsoleto e mal strutturato e impedisce che si possano compiere dei progressi. A volte, in realtà, porta all’esatto opposto, un blocco. Tutto ciò si riflette negativamente sul nostro sport, impedisce di essere pronto per la futura generazione di tifosi e compromette ulteriormente la crescita globale. Vorremmo chiedere con urgenza ai proprietari e tutti coloro i quali hanno interessi nella Formula 1 a considerare una ristrutturazione del sistema di governo. Le direzioni e decisioni future della Formula 1, siano a breve o lungo termine, sportive, tecniche o legate agli affari, dovrebbero essere fondate su un piano chiaro, che rifletta i principi e valori fondanti della F1». Richieste importanti, piloti che sfiduciano chi ha retto finora il business e l’ha portato verso il baratro, con decisioni fallimentari. Da ultimo quella del formato di qualifiche modificato a poche settimane dal via del mondiale, salvo poi fare retromarcia frettolosamente ma con l’incognita sulla riuscita della manovra; una proposta maturata non già per vera convinzione sull’utilità, quanto per arginare le richieste di Ecclestone sull’inversione della griglia di partenza. La lunga lettera della GPDA, firmata da Button, Vettel e Wurz in rappresentanza dei piloti, prosegue: «Dobbiamo assicurare che la F1 resti uno sport, una competizione contesa tra i migliori piloti su macchine straordinarie e sui circuiti più belli. La F1 dovrebbe essere solo la casa dei team, piloti, circuiti migliori, con partner e fornitori adeguati per un campionato esclusivo». Ci tengono a chiarire che non si tratta di un attacco indifferenziato, ma di un appello mosso per il bene della categoria. E non arriva improvvisa la lettera, Wurz ha spiegato che tutti i piloti hanno a lungo pianificato quali punti toccare – compreso quello dell’adeguamento dello sport alle nuove abitudini del pubblico, di come usufruire del prodotto – e a Melbourne si è tenuto un ulteriore confronto. GPDA che parla a nome di tutti i piloti, ma la votazione che ha approvato la lettera è stata presa a maggioranza, con Wurz a specificare: «In questo caso, c’è stato un voto estremamente chiaro sul desiderio di esprimere la nostra opinione», ha commentato a BBC Sport.

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