Alonso: in Ferrari ero leader del mondiale

Alonso: in Ferrari ero leader del mondiale
Fernando ricorda le sue prestazioni ferrariste e le confronta con il momento attuale della Rossa, oltre a rilanciare: “Sono più motivato che mai”

20.04.2016 ( Aggiornata il 20.04.2016 10:10 )

Fuori dai punti in Cina, semplicemente perché non abbastanza veloci. La sintesi di Fernando Alonso sul momento attuale McLaren è questa. Serve partire più avanti in qualifica, entrare in Q3, ritenuta possibile a Shanghai e mancata per la bandiera rossa esposta dopo lo stop di Hulkenberg, mentre era in pista per l’ultimo tentativo. Il pilota spagnolo è tornato al volante dopo lo stop precauzionale del Bahrain, dove non ha gradito le parole di Johnny Herbert, a consigliare il ritiro perché ormai privo di motivazioni. «Come si può pensare che non sia motivato? Ho lottato per il titolo nel 2012 fino all’ultimo, ho chiuso secondo nel 2013, nel 2014 ho fatto il triplo dei punti di un pilota come Raikkonen. Nel 2015 ho spinto la macchina in Ungheria per arrivare in pitlane, non mi si può accusare di nulla. Sono lento, vecchio, brutto, quel che volete, ma non che non sono motivato», rilancia in un’intervista con gli spagnoli di AS. Spavento per Gutierrez e Alonso (video) «Ho sentito che in quelle parole c’era mancanza di rispetto». Non è più un vincente, causa manifesta inferiorità tecnica della monoposto, eppure considera ancora giusta la scelta McLaren. «La Ferrari è speciale e resterà sempre nel mio cuore, ma non vincere è stressante perché c’è molta pressione. Dopo cinque anni senza vittorie e con la prospettiva che diventassero sette, non ero contento. Vettel è in buona forma, è motivato e la macchina oggi è vicina ai migliori. Per vincere un campionato nel quale il motore ha un ruolo così importante, puoi farcela solo con un costruttore ufficiale. Se Renault e Honda miglioreranno abbastanza, avremo l’opportunità di vincere».
Fintanto che la Rossa non arriverà a vincere il titolo, per Alonso non c’è una reale differenza nel risultato finale tra quanto ottenuto da lui in 5 stagioni e lo scenario odierno: «Sono arrivato in tre occasioni a giocarmi il titolo all’ultima gara, non vedo miglioramenti. Sono in buona forma e lottano per il mondiale, il che è fantastico, ma noi allora non eravamo candidati per il titolo, guidavamo il campionato all’ultima gara», sottolinea. Per riuscire in un’impresa che oggi appare impossibile, vincere il campionato – o anche solo delle gare – con la McLaren-Honda avrà ancora un anno di tempo, prima di decidere quale strada prendere per il futuro. Quando abbandonerà la Formula 1 vorrebbe essere protagonista in altre due sfide: «Tre corse sono al vertice del motorsport: il Gran Premio di Monaco, la 24 Ore di Le Mans e la 500 miglia di Indianapolis. So che è difficile vincerle come ho già fatto a Monaco, ma sarebbe una bella sfida e, se sarà motivato e felice, proverò l’impresa».

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