Venerdì inizieranno il loro centesimo week end in Formula 1 e l’augurio è che riescano a invertire la tendenza che, finora, ha visto la Force India molto al di sotto delle aspettative. Nico Hulkenberg e Sergio Perez arrivano insieme al traguardo dei 100 gran premi nella massima Formula, pur avendo debuttato il tedesco nel 2010 e il messicano un anno dopo. Resterà “fermo” per una stagione Hulkenberg, il 2011 nelle vesti di collaudatore Force India, nella prima parentesi con il team di Mallya. Sempre presente al via del mondiale, invece, Perez, dal 2011 dell’esordio in Sauber. La scuderia di Hinwil è un passaggio comune a entrambi, approdo raggiunto nel 2013 da Hulkenberg, dopo una stagione competitiva per la scuderia elvetica, che vide proprio Perez agguantare tre podi: secondo in Malesia e a Monza, terzo in Canada. Tutt’altre fortune ebbe il tedesco l’anno successivo.
«Non posso credere che il prossimo week end sarà il mio 100mo in Formula 1. E’ un bel traguardo e spero di ottenere un risultato da ricordare. L’obiettivo è di raccogliere qualche punto, le ultime due gare sono state frustranti per diversi motivi e non credo abbiamo ancora svelato tutto il nostro potenziale», spiega Nico. Force India che si comporta bene in qualifica, ma per vicissitudini varie in gara non è ancora riuscita a replicare le prestazioni 2015. «In Cina è stato il degrado delle gomme il problema più grande, ma a Sochi non si replicherà».
Guardando ai 99 week end in Formula 1 alle spalle, dell’eterna promessa Hulkenberg si registra un quarto posto (Spa, 2012) come miglior arrivo al traguardo, ma anche una pole in Brasile nel 2010, anno del debutto con la Williams. Furono le condizioni meteo imprevedibili e un tracciato in costante miglioramento ad aiutare la performance allora. Interlagos che ricorre nei tre momenti più belli vissuti finora in Formula 1 da Hulk: «Il 2012 in Brasile, quando ero al comando nella parte finale della gara. Poi, il 2013 in Korea, quando mi trovai a difendermi da Fernando e Lewis su macchine più veloci; un’altra gara molto buona fu il 2010 a Budapest (terminò sesto; ndr)».
Per il ventinovenne, le soddisfazioni maggiori sul piano sportivo sono arrivate lo scorso anno, nel WEC, con la vittoria al debutto della 24 Ore di Le Mans, su Porsche 919 Hybrid, divisa con Tandy e Bamber. A quell’exploit seguirono gare in Formula 1 che lo videro esprimersi quasi in uno stato di grazia, aiutato da una Force India molto migliorata. Ma a fine anno sarà Perez a stare davanti nella classifica mondiale e con una sequenza di risultati ancor più interessante.
Il messicano festeggerà uguale traguardo domenica prossima: 100 week end di gara. In quella Sochi che lo vide resistere l’anno scorso alla rimonta di Raikkonen e Bottas: passato in pista e con gomme praticamente finite, si prese il podio per il contatto tra i due all’ultimo giro. «Tornare a Sochi fa riemergere felici ricordi del podio 2015. E’ una pista che mi piace davvero, tutti i piloti apprezzano curva 3 perché è insolita, scarica tanta energia e resti in piega a lungo. Si può far in pieno, ma è una curva che impegna molto le gomme. Potremo essere competitivi, dovremo concentrarci sul passo gara e migliorare».
Il momento più difficile della carriera è stato probabilmente il 2013 in McLaren, dove approdò dopo i risultati positivi ottenuti in Sauber dell’anno precedente, i tre podi, ma dovette fare i conti una macchina e un ambiente radicalmente diversi. Dal 2014, la stabilità in Force India. Guardando indietro, alle 5 stagioni in Formula 1, Checo “nomina” i suoi tre momenti da ricordare: «Il primo podio in Malesia nel 2012 è stato speciale, non mi aspettavo che potesse arrivare ed è stata una gran sorpresa per me e il team trovarci in lotta per la vittoria (Alonso in rimonta con la Ferrari andò a vincere; ndr). La seconda gara da ricordare è il primo podio con la Force India (Bahrain 2014; ndr), arrivato dopo un anno molto duro in McLaren. L’ultimo momento clou, probabilmente il Gran Premio del Messico».
Fabiano Polimeni