F1, Raikkonen: "A Spa condizioni difficili ma si sorpassa"

F1, Raikkonen: "A Spa condizioni difficili ma si sorpassa"

Quattro vittorie in carriera in Belgio, è la pista che ha regalato le soddisfazioni maggiori al finlandese. Adami: importante centrare il giusto compromesso con l'assetto

23.08.2016 14:58

Quattro vittorie che sarebbero potute essere, "facilmente", cinque, senza il finale caotico del 2008. Ma anche un podio strappato nel 2012 con uno spettacolare sorpasso all'Eau Rouge su Schumacher. Spa, a Kimi Raikkonen, piace parecchio. La statistica recente, delle ultime due edizioni, non è però esaltante, visto l'ottavo posto nel 2014 e il settimo di 12 mesi fa. La speranza è che domenica si possa riprendere il campionato con un risultato più consistente, su una pista che Kimi definisce «vecchio stile, con salite e discese. La differenza rispetto ad altri tracciati è il fatto di essere in mezzo al nulla, tutto questo lo rende molto interessante».

Dell'Università della guida preferiva la configurazione "classica", alterata con le modifiche alle ultime due curve: quella che un tempo era la variante del Bus Stop, subito dopo Blanchimont, nel 2007 è stata rimpiazzata da una esse molto più chiusa: «Il circuito mi piace, anche se l'ultima chicane è stata leggermente modificata negli anni passati». La particolarità di Spa inizia già dalla conformazione del territorio: «Le condizioni a volte possono essere difficili, ma di solito si riesce a sorpassare ed è bello sia per i piloti che per gli spettatori. In TV è difficile da capire, solo quando sei lì comprendi quanto siano ripide le salite. Credo di aver fatto una volta il giro a piedi, è una pista lunghissima, ci vuole troppo tempo»

L'arrivo della pioggia costò una probabile vittoria a Raikkonen nel 2008 e Riccardo Adami, ingegnere di pista di Vettel, pone il meteo tra i fattori da monitorare per assicurarsi di prendere le giuste scelte strategiche in gara: visto lo sviluppo del tracciato, è assolutamente possibile che la pioggia arrivi solo in un tratto. Quanto ai temi più strettamente tecnici, «la pista mette a dura prova la vettura dal punto di vista aerodinamico. Occorre trovare il giusto compromesso tra il secondo settore, che è il più guidato, e i lunghi rettilinei della prima parte e di quella finale della pista.

La power unit è molto sollecitata perché si ha un tratto con gas aperto molto lungo, quasi come Baku, poco meno di 2 km e l’ultima parte di Blanchimont si percorre tutta in pieno. Sarà importante trovare i settaggi ottimali. L’impianto frenante non è molto sollecitato. Dovremo però trovare anche qui il giusto bilanciamento perché quando si arriva – soprattutto in qualifica – all’ultima chicane, per il pilota è sempre importante trovare la determinazione e la concentrazione per non sbagliare».

Curva simbolo del tracciato, l'Eau Rouge. «Rimane una sfida importante per il pilota, che affronta una compressione di 4G di accelerazione longitudinale per poi salire e andare sul lungo rettilineo successivo: si fa di solito in pieno in qualifica. Sin dai primi giri del venerdì, è difficile trovare la giusta traiettoria, poi diventa via via più facile avvicinandosi in qualifica. In gara torna di nuovo importante per prendere la scia della macchina che sta davanti e superarla sul rettilineo successivo».

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