F1 Messico: Hamilton e Verstappen, c'è taglio e taglio 

F1 Messico: Hamilton e Verstappen, c'è taglio e taglio ©  sutton-images.com

Spieghiamo perché i "lunghi" alla curva 1 dei due protagonisti di gara sono stati valutati in modo differente dai commissari

Maurizio Voltini

31.10.2016 16:29

Fra i vari episodi che hanno infuocato la gara in Messico, ma ancor di più il dopogara, c'è stato quello del taglio di Max Verstappen alla prima curva quando cercava di resistere al ritorno di Sebastian Vettel. Una manovra che è stata frequentemente associata a quella analoga di Lewis Hamilton, che aveva "tirato dritto" proprio alla prima staccata dopo la partenza, ma che al contrario dell'olandese non è stato sanzionato con 5 secondi di penalità (anzi, non si è nemmeno aperta un'investigazione ufficiale). Ciò ha portato a parlare di discrepanze nell'applicazione dei regolamenti, di commissari incoerenti e così via. Ma non è così: il fatto è che le manovre in questione, seppur similari nel risultato (il taglio della chicane) sono invece profondamente differenti sia nelle intenzioni, sia nelle modalità, sia nella valutazione da parte della direzione gara con il tomo dei regolamenti in mano. Vediamone il perché, analizzando di volta in volta i singoli aspetti che solitamente vengono presi in considerazione dagli ufficiali di gara nel decidere se un'azione vada punita oppure no. 

Il momento della gara - Il fatto che l'errore di Hamilton sia avvenuto alla partenza è una delle questioni discriminanti quando i commissari analizzano un'incidente. È ovvio che al via è decisamente più difficile che un pilota abbia sotto controllo l'intera situazione, ed è anche molto più facile commettere errori a gomme fredde (e pure i freni), per non parlare del fatto che si arriva alla prima staccata a velocità diversa del consueto. Ovviamente abbiamo a che fare con piloti di livello top e generalmente esperti, per cui solitamente sanno gestire la situazione, ma gli errori sono ugualmente più facili che in altre situazioni. Quindi i commissari di solito sono più benevoli per quanto succede in fase di partenza e tendono a perdonare anche i contatti, quando non si tratta di situazioni eclatanti che portano a danneggiare davvero qualcuno o per vere e proprie esagerazioni. In questo senso, in Messico si sono comportati in modo abbastanza omogeneo rispetto alle gare precedenti. Allo stesso modo va detto che si tende a perdonare qualcosa di più anche quando un pilota si difende o attacca all'ultimo giro, anche se magari un po' "alla disperata" quando si ha "l'ultima occasione" per ottenere un certo risultato (vedi quanto successo proprio fra Verstappen e Hamilton a Suzuka): però nel caso di Verstappen su Vettel in Messico, mancava ancora troppo alla bandiera a scacchi per far ragionare in questo modo. 

L'intenzionalità - Non va sottostimato che quello di Hamilton è stato in tutta evidenza un errore puro e semplice di frenata, come sarebbe potuto succedere anche in qualsiasi momento della gara e senza sollevare nessuna perplessità. In quel momento non si stava nemmeno difendendo: aveva già guadagnato ampiamente la prima posizione e stava semplicemente portandosi su una traiettoria migliore per affrontare la prima curva, senza alcuna azione di difesa rispetto a Nico Rosberg che era alle sue spalle e non stava né portando un attacco né cercando varchi o simili. 
Certamente nemmeno Verstappen voleva sbagliare la frenata, ma l'ha fatto cercando volutamente e intenzionalmente una staccata ritardata per difendersi da Vettel, dopo che già aveva variato la traiettoria verso l'interno, ancora in pieno rettilineo, proprio per lasciare minor spazio al tedesco che aveva il DRS aperto e stava recuperando metri in scia. Insomma, Verstappen era in piena fase difensiva ed è stato proprio per cercare di non farsi superare che è arrivato lungo, non per un errore fine a sé stesso. 

Il guadagno - Ultimo ma non certo in ordine di importanza, gli ufficiali di gara sanzionano i tagli di percorso solo ed esclusivamente se questi danno un vantaggio indebito a chi li compie. Crediamo non ci sia da stare troppo a spiegare che, con la sua manovra, Verstappen non solo è arrivato lungo proprio in conseguenza di una frenata effettuata per mantenere la posizione e non farsi superare, ma con il successivo taglio è rientrato in pista proprio davanti al ferrarista, quando invece un'uscita di strada dovrebbe di per sé costare qualcosa in termini di tempo e/o metri. Sono i motivi per cui Kevin Magnussen era stato sanzionato in Usa (quindi anche qui c'è omogeneità decisionale). 

Ora, da un lato è stato evidente che quando Hamilton è rientrato in pista dopo il suo taglio di chicane, aveva un centinaio di metri in più su tutti gli altri rispetto al momento della staccata. Ciò che invece è stato meno evidente, dall'altro lato, è piuttosto che Lewis ha restituito quasi subito questo vantaggio, rallentando quel tanto per ripristinare la situazione "regolare" con Rosberg in coda. È "su carta" infatti che al termine del primo giro Nico fosse solo a 1"1 da Lewis, e del resto in direzione gara si sono accorti subito del rallentamento di Hamilton e proprio per questo non hanno nemmeno "passato la palla" ai commissari sportivi (quelli che conducono l'investigazione). Va sottolineato che ciò non è nemmeno dovuto in particolare alla safety car quasi subito decretata (dopo un breve periodo di virtual) per l'incidente che ha visto il ritiro al via di Pascal Wehrlein, dato che Hamilton aveva già rallentato prima ancora che uscisse il cartello SC. Dunque non c'è stato alcun "vantaggio indebito" da sanzionare. Insomma, i due casi che si sono voluti accomunare sono in realtà ben diversi sia nella sostanza sportiva di ciò che è avvenuto, sia dal punto di vista dell'applicazione regolamentare, che è stata molto più coerente (in questo caso) di quanto si voglia far pensare. 

Verstappen e il codice d'onore violato


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