L'analisi delle qualifiche di Interlagos. Il confronto dei parziali è impietoso per il tedesco che ammette: "Stava a me tirare fuori qualcosa in più"
Ancora una prestazione agro-dolce per Sebastian Vettel, che viene battuto da Raikkonen e deve accontentarsi della terza fila col sesto tempo a 0”759 dalla pole mentre il suo compagno-rivale è là davanti a lui: terzo, primo dei non-Mercedes e riuscito a portare la Ferrari a meno di 7 decimi dalla W07.
Stavolta non c’è la scusa delle alte temperature e del caldo che rallenta la Ferrari, oppure delle gomme che escono dalla “finestra” ideale di utilizzo, come successo in tante corse precedenti. Con 19 gradi di temperatura dell’aria e 26° sull’asfalto, la Ferrari è velocissima a Interlagos e pare in grado di lottare testa a testa con la Red Bull anche in qualifica, come non succedeva da tempo. Stavolta però è Vettel che si prende lui stesso la colpa della non eccezionale prestazione e parla di guida troppo conservativa.
“Ero abbastanza contento della macchina - dice - e tutto andava benino fino all’ultimo stint. Poi il giro finale non è stato proprio ideale per me. È stata una buona sessione di qualifica ma forse sono stato troppo conservativo: stava a me tirare fuori qualcosa di più”.
Cos’è successo veramente? Andiamo a vedere i tempi cronologici e soprattutto i parziali che spiegano bene quel che è capitato con l’evolvere delle prove. Nella Q1 Vettel finisce un soffio dietro a Raikkonen: 1’12”159 contro 1’12”100 di Kimi, dietro Verstappen e a circa 6 decimi da Hamilton. Nella Q2 Vettel si migliora decisamente e tira via circa 15 centesimi al suo tempo andando a lambire il 1’12” netto mentre le Mercedes ne limano addirittura tre e Raikkonen commette il solito errore rovinando un giro; uno sbaglio che Kimi compie spesso in qualifica, ma stavolta almeno gli è successo nel Q2 invece che nel Q3 e quindi non gli comporterà conseguenze in griglia.
Si arriva alla Q3 dove Vettel prima fa un ottimo giro nel primo stint, tirando via ben 6 decimi al suo crono precedente: 1’11”495. Poi nel secondo ingresso in pista, a un paio di minuti dalla fine, mentre Raikkonen tira fuori le unghie e scavalca tutti quanti Mercedes escluse, Seb si perde. L’analisi dei parziali di quell’ultimo giro è impietosa e dimostra dove Vettel abbia sprecato la chance. Raikkonen, che a fine qualifiche si lamenterà di aver avuto sottosterzo nelle prime due curve per non aver scaldato bene le gomme, fa in realtà un primo parziale strepitoso: 17”770, addirittura quasi uguale a quello di Hamilton (17”752). Mentre Vettel fa soltanto 17”860 lasciando per strada un decimo rispetto al compagno.
Quando Vettel dice di esser stato “poco incisivo” si riferisce a questo: perché nel primo settore del giro da qualifica è ben 41 millesimi più lento di quel che aveva fatto nel giro precedente. Nel secondo settore, sempre rispetto al suo miglior giro, è più veloce ma di un’inezia (14 millesimi); e nel terzo va più forte di appena 3 millesimi, anche a causa di una lievissima sbandata nella quart'ultima curva. I millesimi recuperati nei settori 2 e 3 non gli permettono di compensare i 41 persi nel primo settore.
Guidare poco incisivamente significa proprio questo: non riuscire a aggredire le curve per limare via non millesimi, ma centesimi o decimi. Di solito un pilota, nel giro finale per la pole, rischia veramente il tutto per tutto andando oltre il normale limite. E possono capitare due cose soltanto: chi riesce a chiudere il giro senza errori abbassa il tempo di 2/3 decimi, non di qualche millesimo e basta. Altrimenti chi per troppa foga esagera, fa un errore e abortisce il giro. Vettel non ha fatto né l’uno né l’altro. Il giro l'ha chiuso praticamente sullo stesso ritmo del precedente. Mentre Raikkonen dietro di lui strappava il terzo tempo sbriciolando i propri parziali con nuovi record personali, portandosi fino a 1’11”404, Vettel replicava quasi il tempo di prima, anzi peggio. 41 millisecondi persi nel primo settore, 14 guadagnati nel secondo e altri 3 nel terzo che alla fine significa semplicemente andare 24 millesimi più piano.
Impietoso il confronto con i parziali di Raikkonen: più veloce di 90 millesimi rispetto a Vettel nel primo, quasi alla pari nel 2° e ben 103 millesimi più rapido del compagno nel terzo. E domenica che può succedere? Con le previsioni di pioggia, la corsa può rimescolarsi in modo imprevedibile, ma se restasse asciutto Vettel è piuttosto confidente: “La Mercedes sembra veloce sul passo di gara, come abbiamo visto nelle prove di venerdi, ma il nostro rivale principale è la Red Bull: oggi loro avevano un ritmo simile al nostro, e siccome di solito in gara noi andiamo meglio rispetto a loro di quanto riusciamo a fare in prova, questo ci fa sperare di potercela fare domani a batterli”. Che significherebbe andare a podio.
GP del Brasile, i risultati delle qualifiche
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