L'8 maggio 1982 l'incidente di Zolder e la morte di uno dei ferraristi più amati di sempre. Ora una mostra ne ricorda le gesta
Pensare a Villeneuve senza commuoversi è dura. Perché Gilles era coraggioso, sublimemente folle, sfortunato e veloce. Era uno di quei piloti capace, al di là della tragica fine, di coinvolgere le persone e diventare eroi. L’ultimo volo dell’Aviatore, come venne affettuosamente soprannominato, l’8 maggio di 35 anni fa a Zolder. La sua Ferrari numero 27 non tagliò mai il traguardo: Gilles perse la vita in seguito a un terribile incidente, quando tentando di evitare la March di Jochen Mass, urtò la ruota posteriore destra della vettura, decollando verso l’ultimo, fatale volo.
Sono trascorsi 35 anni da quel giorno e Gilles rimane una delle icone del motorsport. E fino al 16 luglio allo Spazio Oberdan di Milano la mostra “Wow Gilles” consente di ripercorrere la vita e la carriera del pilota, di cui Enzo Ferrari disse: “Quando mi presentarono quel piccolo canadese, tutto nervi, riconobbi subito in lui il fisico di Nuvolari e mi dissi: Dagli una possibilità”. Con la Scuderia corse dal '78 al giorno della morte, vincendo sei gran premi, sufficienti ad entrare nella leggenda. “Faceva tutto a 300 all’ora – ebbe modo di ricordare Patrick Tambay, che rilevò il suo sedile dopo la sua morte – Sciare, guidare il motoscafo o giocare a backgammon”. Qui le informazioni, orari e prezzi dei biglietti della mostra.
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