Ericsson e Leclerc: Alfa Romeo è passione, non un costruttore

Ericsson e Leclerc: Alfa Romeo è passione, non un costruttore

L'esordiente monegasco e lo svedese a Balocco per una full immersion nel mondo Alfa prima della nuova stagione in Formula 1: il video

Marco Cortesi

18.02.2018 11:26

BALOCCO (VERCELLI). Le cose vanno più o meno così. “Charles rallenta, dobbiamo fare l’intervista.” “Tranquillo, riesco a farla anche spingendo” VROOOM. “No ma sono io che non riesco a fare le domande!”, e via alla massima velocità possibile mentre lo stomaco grida vendetta.

Scherzi a parte, i due piloti che porteranno la bandiera Alfa Romeo per il ritorno in Formula 1 si sono dati appuntamento a Balocco, sul tracciato test sperimentale di Fiat Chrysler Automobili, per conoscere più informazioni sul marchio italiano, ma hanno presto trovato il modo di divertirsi. Hanno imparato storia, gesta sportive e logiche aziendali, anche se ad attirare le loro attenzioni sono soprattutto le vetture. Giulia e Stelvio Quadrifoglio hanno conquistato Charles e Marcus Ericsson, in particolare il monegasco, che al contrario di molti colleghi appassionati solo di corse è un grande intenditore di auto, anche stradali.

Con il compagno svedese, a mo’ di scolaresca, ha vissuto una full immersion con tanto di coaching da parte di due design storici come Roberto Giolito, ora a capo del settore Heritage del gruppo, e Scott Krugger, al vertice del Centro Stile che ha creato Giulia e Stelvio. “Sarà molto difficile per me replicare la stagione della Formula 2”, spiega Leclerc, con la sicurezza di uno che sa di aver fatto tutto quello che poteva fare. “E’ stato tutto perfetto, sia dal punto di vista del team che da quello personale. Ora cambia tutto. C’è pressione, ma non troppa. La Formula 1 è completamente diversa dalle altre categorie”.

Ericsson, da buon svedese, è più “freddo”… risponde mentre guida in modo turistico e poi, a domande finite, ti guarda e ti fa “Can I push a bit now?”. OK Marcus, vai. Per lui, la stagione 2018 sarà decisiva, e metterà sul piatto tutto, specie con un Antonio Giovinazzi determinato a giocarsi un posto nel 2019.

Anche se non ci sono, per ora, obiettivi veri e propri, perché l’avventura è alle sue primissime fasi, in Alfa Romeo si percepiscono la potenzialità comunicative e non solo. Il successo della missione, ed il futuro a lungo termine, dipenderanno da variabili non del tutto sotto controllo, ma quello a cui si assiste oggi è il risveglio di un sogno, di un filo rosso fatto di passione che unisce un incredibile numero di appassionati in tutto il mondo.

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