Le prove del venerdì mostrano e confermano un'ottima fase di forma per le monoposto stellate. Serve una reazione da Ferrari, vedremo se arriverà
Quando si commentano le prove del venerdì, bisogna sempre ricordare che non tutti possono avere già le macchine bilanciate fin dall'inizio del weekend, e che alcuni (specie la Mercedes) stanno molto "trattenuti" con i motori per preservarli. Nel caso di Barcellona, però, è la pista dove si sono svolte 8 giornate di test invernali, per cui non è certo "sconosciuta" alle monoposto F1 edizione 2019. Questo pur tenendo in considerazione le tante novità evolutive portate per l'occasione, che per Ferrari riguardano anche i nuovi sei cilindri turbo "step 2".
In questo senso sono dunque comprensibili certi timori dei ferraristi, dopo i risultati delle prove odierne che hanno visto Valtteri Bottas primeggiare in entrambe le sessioni, e nella seconda per soli 49 millesimi su Lewis Hamilton. Le Ferrari si sono infatti posizionate a 3 decimi di secondo, con Charles Leclerc stavolta riuscito a precedere Sebastian Vettel di 88 ms. Oltretutto, se quelli assoluti sono i riscontri delle simulazioni di qualifica, non è che in quelle di gara sia andata meglio, anzi: a parità di mescola utilizzata, le W10 hanno dimostrato un vantaggio sulle SF90 di mezzo secondo al giro almeno.
Insomma, per quanto i risultati del venerdì abbiano sempre un valore molto relativo, stavolta non si possono dare tutti i torti a chi vede le fondamenta per una quinta doppietta Mercedes. Tuttavia non si deve sottovalutare la capacità Ferrari di recuperare tra venerdì e sabato, assieme alla necessità di analizzare e amalgamare al meglio tutte le novità portate in questa occasione, più l'eventualità (illazione ma non troppo) che si sia stati volutamente tranquilli con i nuovi propulsori per non affaticarli subito. Come sempre, meglio aspettare qualifiche e gara per verificare i reali valori in campo.
Chi invece sembra aver sfruttato al meglio le novità tecniche è la Haas, che si è ritrovata addirittura a lottare alla pari con la Red Bull. Così in terza e quarta fila virtuali troviamo alternati i rispettivi piloti, con Max Verstappen, Romain Grosjean, Pierre Gasly e Kevin Magnussen nell'ordine, tutti racchiusi in poco più di 3 decimi. Vedremo se continuerà così nel resto del weekend, ma è incoraggiante per la squadra italoamericana. Ricordando che Verstappen è stato costretto a montate una nuova power unit dopo il problema idraulico del mattino.
La top ten di giornata è chiusa da Carlos Sainz e Daniil Kvyat, con la prestazione Toro Rosso confermata dal 12° tempo di Alex Albon, mentre stavolta la McLaren non vede un Lando Norris all'altezza delle altre occasioni: vedremo se per il bravo pilota britannico sia solo una "giornata no". Fuori dalla zona punti virtuale per soli 5 millesimi abbiamo 11° Kimi Raikkonen, riuscito con un colpo di reni a recuperare un'Alfa Romeo oggi meno brillante del solito, come dimostra anche Antonio Giovinazzi 17°: vedremo se ciò indica che è stato trovato il bandolo della matassa, per sabato e domenica.
Dopo l'incidente del mattino, Lance Stroll recupera piazzandosi 13°, quando Sergio Perez non va oltre il 18° tempo, davanti alle Renault: trovare Nico Hulkenberg 14° e Daniel Ricciardo 15° separati di soli 73 ms indica inequivocabilmente che è la macchina a dover progredire. Discorso che anche stavolta vale soprattutto per la Williams, che a parte i problemi tecnici avuti da Robert Kubica può comunque valutare come sia tornato a meno di 3 secondi il distacco dal vertice, come indica il tempo di George Russell, dopo il pessimo weekend di Baku.
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