Al Paul Ricard la Ferrari introdurrà aggiornamenti tecnici per migliorare il progetto SF90, non saranno soluzioni "magiche" e risolutive. Mattia Binotto è cauto sulle aspettative da coltivare, la pista sulla carta non è favorevole alla Rossa
Al diritto di revisione della decisione di Montreal, per la Ferrari c’è il dovere di rivedere la SF90 e migliorare le aree sensibili della prestazione. Dove finora il progetto è risultato carente.
La competitività canadese è figlia delle caratteristiche del tracciato. Il Gran Premio di Francia, il Le Castellet, sarà più simile a una Barcellona qualunque, dove conterà la prestazione in curva, perlopiù cambi di direzione nel primo settore e un veloce T3 sul quale trovare smalto.
Le tappe dello sviluppo faranno coincidere l’appuntamento di domenica prossima con un’ala anteriore evoluta, secondo i rumours che circolano da settimane. Altre aree di intervento saranno il fondo e i bargeboards, da gettare nella mischia a Silverstone e Hockenheim.
“Dopo il Canada sicuramente abbiamo voglia di tornare in pista e di confrontarci nuovamente coi nostri avversari. In Francia avremo qualche piccola evoluzione, elementi che rappresentano per noi un passo utile a definire la direzione da percorrere nello sviluppo della monoposto”, spiega Mattia Binotto.
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Passo dopo passo, per rimediare all’attuale condizione della Rossa, per provare a capovolgere le sorti di un mondiale che, in Canada, avrebbe potuto regalare la prima gioia stagionale e frenare un po’ l’allungo Mercedes.
“Ciò che porteremo non sarà la soluzione ai nostri problemi, ma il riscontro tecnico di queste evoluzioni sarà importante per i passi successivi”, aggiunge il team principal. I problemi sono noti e resi noti: su circuiti che impegnano le gomme anteriori, la SF90 fatica. Questione di carico aerodinamico e di modo in cui lavorano le coperture, più o meno in grado di rientrare nella finestra corretta di funzionamento.
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Sin dal giovedì, giornata di verifiche tecniche, emergeranno gli interventi tecnici e le novità che andranno in macchina, da valutare al venerdì, riscontri per scoprire se c’è o meno correlazione tra i dati ottenuti dalle simulazioni in fabbrica e quanto avviene in pista. Capire se la strada è quella giusta.
Potrebbe non essere un circuito premiante per la Ferrari. La storia recentissima e la logica dicono di una Mercedes naturalmente favorita, resta da quantificare la portata del vantaggio, un anno fa fu di 4 decimi in qualifica.
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“Quella del Paul Ricard è stata già l’anno scorso una pista complicata per noi, sappiamo che come tipologia non è particolarmente favorevole al nostro pacchetto, ma nulla è mai scontato e quindi saremo pronti a fare del nostro meglio”, conclude Binotto.
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