A Budapest si è confermata la tendenza di "lasciar correre" su diversi episodi di gara (richiamato però Magnussen) e Masi ha pure fatto compilare un questionario sugli incidenti precedenti
La presenza ormai praticamente stabile di Michael Masi quale direttore di gara in Formula 1, si sta facendo sentire: potendo ragionare guardando al futuro, sta mettendo la sua impronta in modo palpabile. Infatti è ben percepibile come l'australiano stia virando l'atteggiamento generale degli ufficiali di gara verso un maggior permissivismo, lasciando correre su vari episodi di gara che ormai non arrivano più nemmeno alla fase di investigazione. Non è questione di "pre-Pirro" e di "dopo-Pirro", insomma.
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Ma non solo: in occasione del briefing con i rappresentati delle varie squadre, infatti, ha mostrato in video 12 diversi incidenti che erano passati al vaglio dei commissari in precedenti GP, consegnando poi un questionario nel quale i "team representatives" dovevano spiegare cosa avrebbero deciso loro al posto dei commissari. Lo stesso sarebbe stato fatto con i piloti. Ognuno ha poi consegnato il foglio senza sapere le risposte degli altri. «Io ho votato nel 90 per cento dei casi per "no further actions"», ha comunque dichiarato Chris Horner, in accordo con la politica del team nel concedere ai piloti di lottare liberamente. Vedremo se ciò porterà a qualcosa, ma è chiara la voglia di capire la "volontà generale".
Per quanto riguarda venerdì e sabato, si è iniziato facendo sapere che gli unsafe release come quello di Charles Leclerc su Romain Grosjean nel GP di Germania, non sarebbero stati più puniti con una multa, bensì con penalità in tempo come in passato: su questo tipo di infrazioni si è dunque fatto un passo indietro, ripensandoci, dopo i dubbi se questo fosse un incentivo a rischiare dietro un semplice pagamento.
Per quanto accaduto in pista, nelle prove libere c'è stato un taglio di Valtteri Bottas in ingresso pitlane, richiamato ai box con ritardo, ma non è stato investigato perché tanto era stato ininfluente e non aveva causato alcun pericolo. Uno stop in pitlane di Lando Norris è stato ugualmente abbuonato perché dovuto a uno "stallo" della macchina. L'Alfa Romeo è stata multata di 600 euro per un eccesso di velocità di Kimi Raikkonen in pitlane e anche Lewis Hamilton è stato trovato troppo veloce domenica nei giri di pregriglia (1.000 euro). Effetti sullo schieramento invece per l'ostruzione di Antonio Giovinazzi a Lance Stroll in qualifica (retrocesso da 14° a 17°) e per le sostituzioni di tutti i componenti della power unit alla macchina di Daniel Ricciardo, che tanto era 18° ed è stato mandato in coda.
In gara non c'è stata nessuna sanzione anche se gli episodi non sono mancati, nei numerosi duelli piuttosto duri su una pista dove per superare si deve essere un po' più decisi del solito. Per quanto riguarda i contatti al primo giro di Valtteri Bottas, prima con Lewis Hamilton e poi con Charles Leclerc, sono stati solo "notati" e non investigati. Vale a dire che Masi non li ha nemmeno mandati al vaglio dei commissari sportivi. Nel primo caso c'è stata una toccata tra la ruota posteriore sinistra di Hamilton e l'anteriore destra di Bottas quando è stato passato in curva 3, ma pur se è vero che Lewis ha avuto un piccolo allargamento in scivolata, Valtteri è stato un po' troppo stretto e soprattutto aveva la chiara visuale della situazione per evitare il contatto. Pari responsabilità e quindi nessuna necessità di sanzioni (sebbene in merito Toto Wolff sia stato piuttosto critico con Valtteri).
Un po' più articolato l'episodio con Leclerc, che sfruttando il rallentamento di Bottas per la toccata precedente, l'ha sfilato prima di curva 4, andando però a danneggiargli l'ala davanti con la ruota posteriore sinistra. Dal cameracar di Charles si è visto come subito prima avesse girato la testa verso sinistra: evidentemente non aveva Valtteri negli specchietti e quindi l'ha "cercato" direttamente. Solo che così facendo e non guardando avanti, ha probabilmente perso un poco la linea, andando più a sinistra di quanto volesse per impostare curva 4 (che è preceduta in frenata da una piega a destra). In questo movimento però Leclerc non è stato particolarmente brusco, e nello stesso tempo Bottas ha piegato un poco verso destra senza aspettarsi la deviazione della Ferrari. Anche qui era comunque il finlandese ad avere più chiaro il quadro della situazione, per cui ci sta la suddivisione delle responsabilità e la mancanza di ulteriori azioni dalla direzione gara. Lascia tuttavia un po' perplessi il fatto che Masi abbia descritto l'incidente come se fosse stato Bottas ad andare a colpire direttamente Leclerc, e che non l'ha investigato solo perché tanto ci ha rimesso lui: l'ala danneggiata e la conseguente sosta ai box gli hanno infatti distrutto la gara.
Nemmeno gli episodi successivi in gara sono stati sanzionati, sempre correttamente, diremmo. I fianco-a-fianco di Daniil Kvyat e Alex Albon prima, e di Max Verstappen e Lewis Hamilton poi, con due dei protagonisti finiti larghi in curva 4, non sono stati giudicati degni di intervento. Come neppure la ruotata di Alex Albon a Sergio Perez nel sorpasso alla prima staccata che sul finale di gara ha permesso al tailandese di entrare in zona punti, sebbene il messicano si sia ritrovato con una sospensione leggermente piegata.
Invece un intervento diretto di Masi che non è stato evidente è avvenuto nel corso del duello tra Kevin Magnussen e Daniel Ricciardo per il 13° posto finale. Il danese è notoriamente un "duro", ma ad un certo punto è stato richiamato all'ordine dal direttore di gara sull'evitare i cambi di traiettoria improvvisi appena prima della staccata (i cosiddetti "late move" alla Verstappen) se non voleva essere penalizzato. E non li ha più fatti.
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