Mentre Lewis non esclude il rischio di un'ulteriore sostituzione del motore nelle prossime gare, della sfida con Max parla sottolineando l'intenzione a correre correttamente, un impegno a "dare l'esempio ai giovani"
Le condizioni di partenza dicono di un Hamilton all'inseguimento, di un Verstappen con due piste in arrivo favorevoli a Red Bull e, soprattutto, di un'incognita affidabilità sulla quale Lewis non fuga completamente i dubbi. Così, al giovedì del GP del Messico. Ancor più del discutere circa gli scenari che potrebbero verificarsi nelle prossime gare, di una lotta in pista che potrebbe finire a ruotate, riedizione dei duelli Senna-Prost, come prospettato da Toto Wolff.
Perché dipende come ci arrivi ad Abu Dhabi, se con un mondiale ancora aperto e opzioni realistiche di capovolgere la classifica o, viceversa, in una posizione cristallizzata, dove solo la matematica impedisce la certezza della vittoria.
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"Non posso prevedere il futuro, ma al momento ritengo che siamo a posto. Nelle prossime gare sarà interessante vedere cosa accadrà, speriamo di no e di poter solo continuare a gareggiare", così il commento di Hamilton alla possibilità che debba andare nuovamente in penalità per l'ennesima sostituzione della power unit.
È tempo per Mercedes di ridurre quel gap nel mondiale Piloti, far rientrare progressivamente i 12 punti di vantaggio che ha Verstappen, per coltivare ambizioni credibili di contesta del titolo.
A parole, Hamilton esclude che il confronto possa finire con manovre scorrette e alle prospettive immaginate da Wolff - "chiunque dovesse essere davanti ad Abu Dhabi, con il titolo in palio, sicuramente proverà a fare come Senna-Prost" -: "Non ho letto cos'ha detto Toto ma dubito fortemente che insinuasse mai un tale scenario. Non abbiamo mai vinto un mondiale in questo modo, io non ho mai vinto così e non vorrei mai. Questa è la mia prospettiva, il mio punto di vista: sono qui per vincere nel modo giusto, attraverso determinazione, pura abilità e duro lavoro". Una sfida "pulita", insomma.
Parole alle quali si sostituiscono poi i fatti, le condizioni di gara in cui ci si trova, la necessità di "sopravvivere" alla lotta e giocarsi il tutto per tutto. È accaduto a Silverstone, passaggio chiave di una fuga di Verstappen contenuta, seppur con l'incidente alla Copse. È accaduto a Monza, a parti invertite, dove è stato Max a restituire la cortesia.
"Sapete come abbia vinto i miei titoli in passato e voglio sempre vincere correttamente. Se dovessi perdere, voglio perdere anche correttamente: con dignità e sapendo di aver dato tutto e fatto le cose nel modo giusto, avendo lavorato il più possibile. È tutto quel che posso fare. Se non funzionerà, vivremo ancora per combattere in un altro giorno", dice Lewis.
Verstappen ha rimandato al mittente l'idea che questa condizione inedita, di corsa al titolo in F1, possa essere una pressione da gestire enorme e possa portare a manovre in pista al limite. Hamilton, dalla sua, sta sulla linea del "dare l'esempio": "Sono qui da molto tempo, so che Max non vince un campionato da molto, molto, molto tempo e so cosa vuol dire correre per il tuo primo titolo, specialmente in questo sport.
Conosco le pressioni che derivano, non mi aspetto nulla di meno da lui. In aggiunta, è ancora giovane e crescerà tantissimo nel prossimo decennio, tutti sono entusiasti di vedere questa crescita. Quindi, sì, proverò se potrò a dare l'esempio, perché come ho detto so che molti giovani che gareggiano stanno osservando quel che faccio e dico, ed è importante per me"
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