Marko, ambiente velenoso in Toro Rosso tra Sainz e Verstappen

Marko, ambiente velenoso in Toro Rosso tra Sainz e Verstappen© Getty Images

I due talenti del percorso Red Bull Junior team hanno condiviso gli esordi in Formula 1. Sainz ha scontato ingiustamente la nomea del "figlio di" secondo Helmut Marko

19.07.2022 ( Aggiornata il 19.07.2022 14:53 )

Un anno e poco più di convivenza, in Toro Rosso, in quelle che furono stagioni d'esordio in Formula 1 per Carlos Sainz e Max Verstappen. Talenti - gli ultimi ad aver dimostrato un certo rendimento anche in scenari di maggior pressione - sfornati dal Red Bull Junior Team.

Rilegge le stagioni 2015 e 2016, Helmut Marko. Lo fa in un più ampio quadro di valutazione dei giovani passati sotto la gestione Red Bull. Fabbrica di talenti, sì, ma dai modi assai discutibili per le numerose carriere coltivate, portate alla chance della F1 e troncate.

La sfortuna di Carlos nel trovarsi Max

"É stato sfortunato a trovare Max come compagno di squadra. L'atmosfera in Toro Rosso, tra i due, era decisamente tossica". Così introduce la convivenza tra Sainz e Verstappen, 21 anni al tempo Carlos e 17 anni Max.

"Nella struttura che avevamo al tempo non vedevo alcun modo di tenerlo con noi, così si è spostato in Renault, in McLaren e poi in Ferrari". 

Le scintille tra Verstappen e Sainz non mancarono, episodi come quelli in gara in Australia o a Singapore, in un clima di competizione assoluta e il sedile Red Bull in prospettiva da contendersi. 

La stabilità del non dover correre con un contratto per una stagione appena arriverà solo con l'approdo in McLaren per Sainz. Dall'ambiente Red Bull Racing saluta nel 2017, direzione Renault.

Sainz non fu trascurato, Verstappen più veloce

"Ci fu una levata di scudi perché alcuni ritennero che Carlos fosse stato trascurato", dice Marko ricordando la scelta di Verstappen per sostituire Kvyat in Red Bull.

"Il suo percorso di sviluppo fu molto buono e la differenza tra i due era spesso minima; tuttavia, avendo minore esperienza, Max era il pilota più veloce così arrivò la decisione di spostarlo in Red Bull Racing".

Spezza una lancia in favore di Carlos, sebbene alla maniera solita di Helmut Marko, quando riconosce al pilota spagnolo l'essersi guadagnato la carriera: "Per molto tempo ha vissuto nell'ombra di suo padre, il due volte campione del mondo rally. 

Ingiustamente gli era stata affibbiata l'immagine del figlio viziato di un pilota dove, al contrario, Carlos ha dovuto costantemente lottare per fare carriera".


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