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Il ricordo di Philippe Streiff

Addio all'ex pilota francese, costretto su una sedia a rotelle dopo un terribile incidente, scomparso a 67 anni

Il ricordo di Philippe Streiff

Mario DonniniMario Donnini

24 dic 2022 (Aggiornato alle 09:32)

Se n’è andato a sessantasette anni dopo trentatré anni di di tetraplegia, poco dopo la scomparsa di un’altra eccellenza del Motorsport, protagonista di un calvario simile, il crossista André Malherbe. 

Poi nella vita ci sono quelli che non si arrendono. Mai. C’è da pagare il prezzo esistenzialmente più letale? Okay, loro sorridono, aprono un valigione colmo di frusciante umanità cash e pagano, liquidano la sfiga, la riempono di bigliettoni e la mettono alla porta, quale che sia l’importo. E continuano, vanno avanti, si pongono semplicemente nuove sfide. Trovando perfino il tempo per sorridere o polemizzare.

Questa in sintesi è la storia dell’uomo Philippe Streiff. Poi viene quella del pilota. 

Philippe Streiff era stato un buon pilota di F.1 con 53 Gran Premi all’attivo tra il 1984 e il 1988. Originario di Grenoble, Streiff dal 1989 era rimasto tetraplegico a causa di un crash avvenuto a Jacarepaguà, in Brasile, mentre era al volante della Ags. Campione della Formula 3 francese nel 1981, era giunto secondo e posto alla 24 Ore di Le Mans rispettivamente nel 1981 e nel 1984, su Rondeau M 379 e su Porsche 956. Nel 1984 aveva debuttato in F.1 sulla terza Renault in Portogallo. L’anno dopo è con la Ligier, quale sostituto di Andrea De Cesaris e ottiene un terzo posto in Australia, il suo miglior risulato in F.1. Dal 1986 passa alla Tyrrell comnquistando sette punti e dal 1988 è pilota AGS, fino ai test in preparazione del 1989 quando in un incidente terribile, a seguito del cedimento del roll-bar il francese riporta gravi lesioni midollari che causano la tetraplegia. Ma il resto della sua vita è tutta una stupenda forma di reazione.

Organizzatore della sfida kart di Bercy, che vede in azione tutti i grandi della F.1 - nel 1993 proprio lì Senna e Prost si confrontano per l’ultima volta -, Philippe si batte per i diritti dei portatori di handicap ed è una voce fuori dal coro in tanti argomenti spinosi che riguardano le corse.

Streiff torna quindi a far parlare di sé per alcune dichiarazioni relative allo stato di salute di Michael Schumacher e poi entra pesantemente in polemica con la FIA dopo un’intervista nella quale prende posizioni molto dure e nette sull’incidente occorso a Jules Bianchi, che lo vede attaccare i vertici dell’autorità sportiva. Lui è fatto così. Combatte, prendere o lasciare.
D’altronde senza una tempra del genere non avrebbe mai potuto assicurarsi per così tanti anni una vita degna d’essere vissuta. Immobile fisicamente, ma immarcabile con lo spirito.

Fino al momento del saluto, quando lo spirito lascia il corpo stanco e se ne va, al termine di una vicenda terrena intensa, dolorosa ma sempre contrassegnata da passione, cuore e dignità.

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