Horner, così le limitazioni allo sviluppo hanno cambiato Red Bull

Il progetto Red Bull RB18 non aveva certo bisogno di essere stravolto, nel passaggio alla monoposto 2023, alla RB19. Semmai, di ricevere affinamenti già in cantiere, come la riduzione ulteriore del peso, da un telaio alleggerito. 

Uno sviluppo che procede a concetti progettuali invariati, che ci si attende di ritrovare sulla RB19 quando andrà in pista e rivelerà come e quanto è stata ritoccata rispetto alla monoposto dominatrice della scorsa stagione.

Il peso della vittoria e la zavorra della sanzione

Red Bull sta facendo già i conti con la limitazione dello sviluppo aerodinamico - tra galleria del vento e strumenti di simulazione -, ridotta al 63% quale effetto del piazzamento nel mondiale Costruttori e della sanzione del 10% per lo sforamento del budget cap 2021.

"Stiamo facendo il meglio con quel che abbiamo. Il team ha dovuto adeguarsi all'handicap imposto e ha svolto un lavoro fantastico. Se sarà abbastanza? Come punto di partenza lo scopriremo tra un paio di settimane. Sicuramente è un importante handicap che ci porteremo dietro per gran parte dell'anno", spiega Christian Horner.

Uno sviluppo efficiente

Maggiori risorse nel campo della simulazione, come una maggior dotazione economica allocata sullo sviluppo dalla quota massima del budget cap, consentono di verificare più idee e concetti nella direzione dello sviluppo della monoposto. Ritrovarsi con un limite alle sessioni spendibili in galleria e, soprattutto, nelle simulazioni CFD vuol dire ridurre il numero di soluzioni tecniche alternative da passare al vaglio degli strumenti di simulazione.

"Il team ha accettato questa situazione, abbiamo cercato di adattarci e assicurarci di essere quanto più efficienti possibile. Vedremo se l'avremo fatto a sufficienza quando la RB19 girerà in pista", chiosa Horner.

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