Ci vediamo da Mario: F.1 tra strani silenzi e senso di smarrimento

Ci vediamo da Mario: F.1 tra strani silenzi e senso di smarrimento© Getty Images

Per la prima volta non c’è polemica tra Liberty Media e FIA

06.04.2023 17:49

Passano i giorni, sale l’onda montante delle polemiche per lo svolgimento rocambolesco e inedito del GP d’Australia di F.1, con ben tre bandiere rosse e quattro partenze, eppure tutti parlano meno che l’interlocutore più autorevole e atteso, ovvero Liberty Media. Il promoter, ovvero l’organismo che detiene i diritti gestionali della F.1 iridata. In effetti, a seguito dei rutilanti eventi in pista (e non solo) a Melbourne, nell’occhio del ciclone è finito non solo e non tanto il direttore di Colsa Niels Wittich, nonché la stessa FIA ma anche Liberty, poiché l’entità di comando del Circus parrebbe non estranea alla scelta o all’indicazione della nuova linea adottata.

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Apparentemente così propizia a rendere la gara interrompibile con bandiera rossa anche senza gravissimi inconvenienti sopraggiunti, e sempre più frammentabile al primo problema in pista, anche di lieve entità, presumibilmente per garantire uno svolgimento di corsa sincopato e nervoso.  Impedendo puntualmente al dominatore, in questo caso, come spesso accade, Max Verstappen su Red Bull, di assommare distacchi siderali sugli avversari.

Una sorta di salvavita mediatico-narrativo-televisivo, quindi, per preservare l’appetibilità e la gradevolezza dello spettacolo TV, a prescindere dalla scala dei valori in pista. Fatto sta che passano i giorni, ma da Liberty Media di segnali ufficiali ancora non ne arrivano. Teoricamente il promoter del Circus, che di recente a ogni pie’ sospinto non ha mancato di far notare la sua differente posizione rispetto alla FIA in ogni possibile argomento dell’universo scibile, dovrebbe a maggior ragione sottolineare di non essere felice di quanto accaduto in Australia. Invece, a oggi, tutti zitti e mosca.

Quasi a voler confermare col silenzio-assenso, fino a prova contraria, che quella vista a Melbourne potrebbe essere stata la prova generale di una linea di gestione delle gare se non concordata perlomeno non estranea alla volontà di entrambi i soggetti. Ovvero Federazione e Liberty. Staremo a vedere, nell’auspicio che la confusione australe diventi ben presto un pallido ricordo e che in pista sia sempre più possibile ammirare competizione vera e gare leggibili e il meno frammentate possibile. Magari con classifiche ufficiali che arrivano prima delle otto ore di ritardo rispetto al traguardo tagliato da Max, dopo le quali è stato diramato l’ordine di arrivo vidimato dai soggetti competenti. Quando ormai un po’ tutti sul globo terracqueo pensavano ad altro.
 


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