Ferrari "zero tituli": lo schiaffo di Lapo Elkann

Ferrari "zero tituli": lo schiaffo di Lapo Elkann

Quella del rampollo più chiacchietato e più frivolo (ma anche il più creativo) della famiglia Agnelli-Elkann non è un'uscita estemporanea. È al tempo stesso un duro richiamo alla realtà e un atto d'amore. Non è il primo intervento del genere, la tribù degli adoranti tende a ignorarlo, ma fino a quando potrà farlo?

Stefano Tamburini

20.04.2023 12:30

L’unica cosa certa è che quelle parole sono al tempo stesso schiaffi e carezze, partono da una mano che è ferro e piuma in un solo istante, sono sillabe che si rincorrono animate da un atto d’amore e da una ribellione spontanea. Quelle parole sono l’abbraccio tenero e anche la scrollata energica che si deve all’amico che sembra rassegnato. Sì, intorno alla Ferrari (e, di riflesso, anche intorno alla Juventus) forse si sta consumando anche un regolamento di conti in famiglia e certo non in una famiglia qualunque, “la” famiglia, quella che conta in entrambe le Case: Elkann-Agnelli. Le parole sono quelle di Lapo, il rampollo più chiacchierato e il più frivolo della dinastia ma certamente considerato il più creativo anche dai suoi detrattori. Se la Fiat ha una linea di vetture estremamente popolari sul mercato, quelle con il marchio “500”, lo si deve a una sua intuizione di tanti anni fa, quando partorì – invero poco ascoltato all’inizio – l’idea di replicare con linea e tecnologie moderne il modello di maggiore successo del secolo scorso.

Lapo non è certo la prima volta che non le manda a dire, e certo non lo fa mai a pochi minuti da una sconfitta cocente. Se si guarda bene il tweet che ha scatenato il caso, quello di sabato 15 aprile, non è certo improvvisato. C’è una foto di lui in posa dentro la rimessa di Maranello con le monoposto di Formula Uno degli anni Duemila, quelle degli ultimi titoli. Lapo è in giacca e pantaloni rossi, con la stessa nuance delle vetture. E poi c’è il testo originale, maiuscole comprese con tutto il loro peso: "La Ferrari (emoticon: vettura da corsa) ha Bisogno di (emoticon: cuore rosso) Serietà e Squadra Vincente nei Box e Fuori è ora di darci una SVEGLIATA basta con politica e giochini così non si VINCERÀ MAI". Poi cinque coppie di punti esclamativi rigorosamente rossi disegnati ancora con gli emoticon. Sono parole che non nascono da emozioni da poco, riaccendono riflettori fin troppo spenti, sopiti, una narrazione stanca e rassegnata, anche superficiale e prona. La stessa che additava Mattia Binotto come l’unico povero diavolo da rimandare all’inferno e accoglieva adorante Frédéric Vasseur, il team principal che ha “quasi” preso il posto di Binotto. “Quasi”, perché alcune deleghe sono rimaste all’amministratore delegato dell’azienda, Benedetto Vigna, l’uomo di fiducia del presidente John Elkann, il fratello di Lapo.

Fra novembre e febbraio erano tutti lì a osannare Vasseur che fino al giorno prima nessuno aveva mai intervistato, nessuno aveva mai avuto modo di tesserne le lodi. Adesso quelli navigano tra innegabile imbarazzo e servile difesa d’ufficio. E non a caso hanno ignorato o quasi quel tweet. Fino a quando potranno farlo?

GLI SCHIAFFI IN PISTA

Il risveglio con la discesa sui circuiti, già dai test, è stato brusco. L’avvio di stagione da film horror: zero podi, zero pole position. Per Carlos Sainz un sesto e due quarti posti, uno dei quali trasformato in dodicesimo per una penalizzazione assurda; per Charles Leclerc due ritiri e un settimo posto; per la scuderia una terrificante quarta piazza tra i Costruttori, appena 26 punti con quasi cento lunghezze di distacco dalla Red Bull e venti Gran Premi in arrivo che potrebbero scavare un abisso. Si è passati così dal "Dobbiamo capire" di Mattia Binotto della disastrosa stagione 2020 e anche del 2021, al "Nous avons besoin de comprendre" di Vasseur.

Lapo ha semplicemente interpretato un sentimento comune e l’ha esternato, in modo dirompente, senza fuggire dopo aver gettato il sasso nello stagno. Qualche minuto dopo quel tweet ne ha partorito un altro che rafforza il concetto: "L’unione fa la FORZA ma purtroppo certi non lo capiscono", e qui seguono ben sette coppie di punti esclamativi rossi sotto forma di emoticon. Sotto al tweet precedente verga risposte concise e al tempo stesso contundenti a chi chiede di dialogare. A chi scrive "Ah ok ora che hai fatto questo post ci sarà la svolta" risponde "Purtroppo no, ma le cose vanno dette". A chi fa notare che "la verità è che agli occhi di noi tifosi, la presidenza è ASSENTE. Non ho mai letto un comunicato, una lettera un qualcosa dal presidente o da altri delegati. La FERRARI ha bisogno di persone con passione come te e tante altre persone come te», lui replica con un devastante "Lo so purtroppo".

 

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