Ad Imola, nel 2003, i fratelli Schumacher vivono la Pasqua più triste della loro vita ed il weekend più difficile della loro carriera, perché mamma Elisabeth se ne sta andando; eppure, decidono di correre ugualmente
20.04.2023 ( Aggiornata il 20.04.2023 18:16 )
Hanno deciso: corrono
Eppure tornano. Si parlano. Parlano con le loro squadre, mentre i loro capi, Jean Todt e Frank Williams, lasceranno a loro e loro soltanto l'ultima decisione se prendere il via o meno. Rientrano a tarda sera, al mattino arriva la notizia che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire, quella stessa notizia che però sanno, ormai, sia solo questione di tempo. All'alba la certezza: il cuore di mamma Elisabeth ha smesso di battere. Se ne stanno chiusi nei loro van, ma hanno deciso: correranno. Supportati dalle loro squadre: per Jean Todt Michael è un fratello minore, Ralf invece si ritrova tutta la squadra fuori dal motorhome non appena scese le scale. Sono immagini surreali, per un GP di F1.
Poi comincia il rituale. Tuta, scarpe, casco, guanti. E via in macchina. Dopo la qualifica, la gara. E non è tanto la cronaca di quella corsa, ad essere indimenticabile, ma l'esecuzione di due fratelli che, in qualche modo, riescono ad avere la freddezza per affrontare 62 giri di gara. Al via parte meglio Ralf, Michael aspetta con una strategia migliore e vince: Ralf è 4°, battuto nel gioco delle soste da Raikkonen ed in pista, alla Tosa, da Barrichello. Ma hanno vinto entrambi, quel giorno: Michael e Ralf.
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