Verso il GP d'Austria: esplorazioni sul fondo

Verso il GP d'Austria: esplorazioni sul fondo

Questa volta i riflettori si accendono sulla parte terminale delle monoposto, da cui dipende notoriamente l'80% delle performance di una F.1 ad effetto suolo

Paolo Filisetti

28.06.2023 ( Aggiornata il 28.06.2023 10:08 )

È notorio che circa l'80 percento della performance aerodinamica di una F.1 ad effetto suolo sia ascrivibile al fondo vettura. In pratica, la sua efficacia, costituisce senza alcun dubbio il vantaggio competitivo su cui le prestazioni di ciascuna monoposto poggiano. In sostanza la dinamica della vettura, contribuisce ed allo stesso tempo trae vantaggio, dalla generazione del carico aerodinamico prodotto dal fondo ed a come questo reagisca in termini di innesco del porpoising.

Una questione di fondi

I volumi aerodinamici dell'attuale regolamento tecnico sono particolarmente prescrittivi, ma la conformazione dei canali Venturi sul fondo, fruisce in ogni caso di un'ampia libertà concettuale, in quanto, a parità di volumi, è possibile variarne le sezioni per ottenere le pressioni e velocità del flusso sottostante, desiderate. Potremmo quasi paragonare il fondo di una F1 alla tela di un quadro le cui dimensioni sono chiaramente delimitate, ma al cui interno l'artista, in questo caso gli aerodinamici di ciascun team possono esprimere il proprio talento piuttosto liberamente, trovando strade anche notevolmente diverse uno dall'altro.

A Montecarlo prima, e in Spagna successivamente è stato possibile cogliere i dettagli del fondo di Red Bull, Mercedes e Ferrari rispettivamente. Le immagini delle monoposto sollevate dalle gru per essere rimosse, hanno suscitato la curiosità di tutti gli addetti ai lavori, trattandosi di zone delle vetture particolarmente strategiche a livello progettuale, oltre che, di norma, non visibili.

Il resto dell'analisi sul numero di Autosprint in edicola.


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