Max Verstappen III: esempio di teoria del flusso

Max Verstappen III: esempio di teoria del flusso© Motorsport Images

L'olandese, a 26 anni, ha raggiunto quota 3 titoli ma dà l'impressione di non volersi fermare qui: ha ormai raggiunto uno stato di benessere assoluto, che pare permettergli di fare qualunque cosa al volante. I filosofi la chiamano "teoria del flusso"

08.10.2023 11:14

Per dire quanto sia stato inaspettato questo titolo, eufemismo, basti pensare che alla vigilia non c'è stato nemmeno bisogno del solito specchietto: "Max Verstappen campione in Qatar se...". Perché pure la matematica non trovava altre vie per essere complicata: bastavano tre punti. Figurarsi se non gli prendeva subito, Max, quei tre punti.

Tre, ma non si fermerà qui

Tre come i titoli iridati che, da oggi, può vantarsi di aver conquistato. A 26 anni, solo Sebastian Vettel aveva fatto meglio di lui: alla stessa età era già a 4, Seb, ma non ne avrebbe aggiunti più. Certo, il futuro è sempre una pagina bianca, ma a stare dietro alle sensazioni questa cifra per Max Verstappen sembra del tutto relativa, perché chiamata ad aggiornarsi in futuro: alzi la mano chi pensa che Max si fermerà qui. Il titolo 2024 è già prenotato, o almeno lui e la futura RB20 partiranno come favoriti d'obbligo. Poi, come sempre, dovrà parlare la pista.

Se il 2021 era stato l'anno dell'incoronazione, se il 2022 era stato l'anno della conferma, il 2023 è stato quello della totale maturità. E dei record. Addirittura migliorati i numeri di un 2022 che sembrava già di per sé irripetibile, e che aveva fatto dire a Max "Godiamocela adesso, perché non capitano spesso certe annate". Di sicuro, nemmeno lui poteva immaginarsi che in confronto il campionato 2022 sarebbe parso una faticaccia. L'anno scorso, almeno fino alla pausa estiva, qualcuno con cui dover fare i conti c'era stato. Quest'anno, nulla: imbattibili, lui e la Red Bull, sin dalla prima gara. Con Singapore quale spiacevole eccezione, quale una domenica storta a sufficienza per far sfuggire loro il più incredibile dei record: vincere tutte le gare in una singola stagione. Non ci riusciranno, ma non ci andranno nemmeno tanto lontani.

Esempio di teoria del flusso

A 26 anni Max Verstappen ha il mondo ai suoi piedi. In squadra lo adorano, in pista vince a ripetizione, a casa ha trovato la sua stabilità. Insomma, Max sta vivendo a tutti gli effetti quello che in filosofia si chiama "Teoria del flusso": una teoria sviluppata a metà anni '70 che spiega una condizione di totale coinvolgimento dell'individuo, tra focalizzazione, motivazione, gratificazione e positività verso la propria attività. Insomma, in parole povero, uno stato di benessere assoluto in un periodo più o meno lungo. Nello sport è più facile chiamarla "trance agonistica", ma è solo una delle tante varianti e declinazioni che ha preso questo aspetto della filosofia e della psicologia. Con trance agonistica magari si intendono momenti più o meno brevi all'interno di una singola gara o di una singola partita, ma il concetto di "Teoria del flusso" è più esteso e, ci permetteranno, un pochino più profondo. Per usare altre parole, è come sentirsi in grado di fare qualunque cosa. Il giro in Q3 di Montecarlo, per esempio, piuttosto che il giro a Zandvoort sul bagnato, quando ha recuperato più di 4" a Perez in un solo passaggio. Certi numeri vengono fuori quando ti senti forte al limite dell'invincibile, quando hai una fiducia totale in quello che fai e quando senti, tutto sommato, un'incrollabile certezza di farcela. Ecco, cos'è il flusso.

Tanti sportivi spiegheranno che questa condizione la puoi raggiungere, ma che mantenerla è sempre maledettamente complicato. Per il momento, Max ci sta riuscendo: il titolo del 2021, inseguito da una vita, è stato catartico e da allora certezze ad autostima, già parecchio alte prima, si sono impennate. Scomparsa l'ansia del primo titolo, c'è stato un dopo reso più facile dalla consapevolezza di avercela fatta e da una questione squisitamente tecnica: in queste due stagioni la squadra gli ha fornito due capolavori di macchine e lui ha ringraziato riscrivendo il libro dei record. Solo quest'anno, ha battuto primati apparentemente irraggiungibili come il maggior numero di vittorie consecutive, e presto ne taglierà altri: batterà il record di vittorie in una singola stagione (al momento già suo, con 15), quello del maggior numero di punti in un campionato (già suo anche questo, con 454), e aggiungerà il record di distacco più ampio di sempre tra primo e secondo classificato (appartenente a Vettel, che chiuse a +155 nel 2013). Insomma, un dominio. 

Ragazzino diventato uomo

Max Verstappen, oggi, è l'ex ragazzino prodigio diventato uomo. Ragazzino prodigio ma anche maledettamente spigoloso, scontroso al limite dell'arrogante. Ci ha messo un po' per smussarsi, per comprendere i benefici della pazienza, i segreti della sagacia, che sono arti più profonde della velocità istintiva, più difficili da raggiungere (e magari apprezzare) per chi aveva fatto della pura prestazione una ragione di vita. Papà Jos gli vietava di sorpassare in rettilineo per allenarsi nei duelli, per provare a vedere un'opportunità in ogni curva, ed ha preferito il bastone alla carota tirando su un carattere piuttosto duro, ma un pilota straordinariamente eccezionale. Oggi, niente pare toccare Max, e questo è uno dei punti fermi della sua apparente invincibilità: ad un controllo del mezzo eccezionale, sull'asciutto come sul bagnato, si aggiunge una freddezza fuori dal comune che quando si sposa con il piede destro, il suo piede destro, diventa una miscela letale.

Verso il futuro

Il prossimo anno ripartirà ancora con il numero 1 sul musetto, garanzia di timore per gli avversari. Dopo una grande abbuffata, il pericolo è la sazietà: difetto che pare non appartenere a lui. Se c'è infatti un'immagine per raccontare questa fame di successi atavica, tocca ricorrere al post gara di Suzuka: "Già nel giro di rientro a Singapore, pensavo a come rifarci in Giappone". Singapore era stato il primo stop dopo 10 successi di fila, eppure i dubbi insinuati sulla regolarità della sua vettura legati alla TD018 ed alla TD039 2.0, e di conseguenza sui suoi successi, lo avevano infastidito a tal punto che era partito per il Sol Levante con l'unico di desiderio di dominare. Il primo giro cronometrato nelle libere 1, fu un segnale. Il resto, venne da sé. E il resto di questa carriera già straordinaria, verrà da sé pure quello. I latini dicevano "ad maiora", a Max Verstappen basterebbe proseguire così. Tenendo nella mente il forte sospetto che il meglio debba ancora venire. 


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