Vasseur attento all'ex Mekies: può rubare gli ultimi "gioielli" della Ferrari

Il team principal del Cavallino ha più volte accennato al fatto che la Rossa per risorgere non può che essere costantemente sul mercato, specie in quanto a tecnici di talento. Bene, ma dopo tutti questi mesi sarà anche il caso di cominciare a chiamare qualcuno di concreto prima che venga soffiato via da qualcun altro

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Fulvio Solms

12.01.2024 10:59

Non Newey né Horner, non Wolff né alcun altro se non, semplicemente, Laurent Mekies: è lui in questo momento l’uomo più pericoloso per la Ferrari. Almeno lo è in una prospettiva futura, non di squadre che si stanno ricompattando dopo la sosta invernale o di macchine che stanno per trasmutarsi da teoria in metallo pulsante, pronte a scendere in pista. Mekies, che indicammo un anno fa in uscita e Fred Vasseur cercò di tenersi stretto definendolo "una colonna della Ferrari", è appena salito sul ponte di comando dell’Alpha Tauri come team principal. In questo ruolo è un rookie, esattamente come Andrea Stella nel 2023 quando debuttò alla guida di una McLaren a pezzi: abbiamo poi visto quanto poco tempo abbia impiegato per mettere la prua di quella nave sulla rotta giusta. Mekies pericoloso, dicevamo, non per desiderio di rivincita: ha lasciato la Ferrari con parole dolci ("a tutte le fantastiche persone della Scuderia, e ai fantastici tifosi, un enorme grazie per tutto quello che abbiamo vissuto insieme e per il vostro appassionato e incondizionato supporto") ed è anche buon amico di Vasseur. I due si conoscono da venticinque anni e quando nell’estate scorsa avemmo occasione di pranzare con Vasseur a Maranello, questi ammise che separarsi dall’allora direttore sportivo sarebbe stato difficile e doloroso: "È dura staccarmi da Laurent, il nostro rapporto è sempre stato ottimo e vorrei continuasse così quando saremo concorrenti".

Ecco, da una settimana lo sono formalmente. E Mekies non ha perso tempo: con tutto il bene che può volere a Vasseur ha ovviamente cominciato una partita di scacchi contro di lui. Come prima mossa gli ha portato via l’ingegner Marco Matassa, ex responsabile dell’accademia FDA: un ruolo importante e strategico per la Ferrari, ma poco gratificante nel lungo termine per chi vi è coinvolto. Luca Baldisserri, Massimo Rivola e ora Marco Matassa hanno tutti lasciato Maranello uscendo dalla porta della FDA, e qualcosa vorrà pur dire. Intanto l’intraprendenza di Mekies crea scoppiettii d’entusiasmo a Faenza. Il grande ex può fare scouting di qualità a Maranello, perché sa tutto di tutti: capacità applicate o inespresse, stipendio, ambizioni, grado di soddisfazione e – su tutto – il numero di telefono! Ci mette nulla a estrarre dalla fondina il cellulare e contattare chi vuole, là nel cuore della Scuderia. Per carità: non c’è un pavimento che s’apre sotto alla Ferrari, ma è attesa una reazione e questa spetta unicamente a Vasseur. Nella calura del luglio scorso – in realtà al riparo nel Montana, che evoca il fresco solo a nominarlo – il team principal ci disse chiaramente: "È vero ci sono delle uscite, ma nella stagione arriveranno circa ottanta tecnici metà per rafforzare l’organico e metà per rimpiazzare chi va via". In altre occasioni parlò di figure importanti in arrivo: "Faremo rumore". Però solo tre settimane fa, in occasione del pranzo prenatalizio con la stampa specializzata, si è arroccato in un "non farò nomi, non mi piace fare nomi".

E però non si può più perché un’iniziativa di contrattacco va esibita, al difficile ambiente della Formula Uno e anche giustamente ai tenaci e pazienti tifosi del Cavallino. Fare qualche nome di entrata (neanche l’ex Mercedes Loic Serra è stato ufficializzato: a proposito, sarà disponibile a fine 2024) aiuterebbe a corroborare l’attrattività della Scuderia, che ha conosciuto momenti peggiori. Al netto del terzo posto finale e della volata persa con Mercedes, la SF-23 è cresciuta sensibilmente nella seconda metà dello scorso campionato. E la Rossa ha spezzato l’imbattibilità della Red Bull (Carlos Sainz a Singapore): un evento per certi versi memorabile, come Monza 1988 con la doppietta Berger-Alboreto a interrompere la dittatura della McLaren, ai suoi massimi con Senna e Prost sulla mitica MP4/4. Sappiamo anche quanto la strada della Ferrari sia in salita quando si parla di mercato dei tecnici: per sradicare un ingegnere dal triangolo d’oro del Northamptonshire bisogna convincere anche moglie e figli –operazione già del suo complessa e ulteriormente complicata dall’avvento della Brexit –, mentre Mekies avrà gioco più facile, ché spostare una famiglia dall’Emilia alla Romagna è ben meno problematico. E Alpha Tauri ha pure un sottocentro a Bicester!

Inutile tornare sull’elenco dei fuorusciti del dopo-Binotto. È andato via anche qualche elemento sconosciuto ancorché prezioso come Eric Meignan, un motorista calcolista che era stato strappato alla Mercedes, e che delle più recenti power unit di Maranello sa proprio tutto. Calcolista vuol dire che ogni dato matematico relativo i motori è passato per le sue mani, e oggi questo signore è in Renault. Dunque Vasseur prenda coraggio...

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