Red Bull parla con Verstappen: le condizioni per correre al simulatore

Marko svela il punto di equilibrio trovato con Max sull'impegno nelle gare al simulatore, durante i week end di gara. Per Marko, sbagliato restituire la posizione a Norris in avvio di GP

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Fabiano Polimeni

24.07.2024 ( Aggiornata il 24.07.2024 17:31 )

Torna sul GP d'Ungheria, Helmut Marko. E sono bacchettate diffuse, che non risparmiano il team, Perez né Max Verstappen. I modi verso colui che è faro della squadra sono più vicini a quelli del pater familias. 

Nel fine settimana-no della Red Bull all'Hungaroring, come accade nei casi in cui molto, tutto, va per il verso sbagliato, si sono insinuati anche i dubbi sulla concentrazione di Verstappen, dopo aver corso al simulatore nella notte tra sabato e domenica.

Difficile credere che possa aver avuto un effetto decisivo, sarebbe come voler applicare ad atleti di altissimo livello, per concentrazione e tenuta fisica, concetti e pratiche da pilota amatoriale o, peggio ancora, canoni validi per l'automobilista che programma il lungo esodo estivo programmando la giusta quota di riposo alle spalle.

Basta gare al simulatore a notte fonda

"L'impegno al simulatore nel week end in Ungheria a un'ora tarda è arrivato solo per la defezione di un altro pilota. Nonostante ciò, abbiamo concordato che non correrà più gare al simulatore così tardi in futuro", spiega Marko nello spazio su Speedweek.

Discutibili, secondo il Dottore, sono stati anche altri aspetti della gara ungherese. A cominciare dalla restituzione della posizione a Norris, in avvio di GP.

Decisioni sbagliate e modi inappropriati

"Al primo giro, Max ha fatto un'ottima manovra, posizionandosi all'esterno della McLaren. Poi è stato accompagnato fuori, finendo secondo e restituendo la posizione per sicurezza. Col senno di poi, non è certo al 100% che Verstappen avrebbe ricevuto una penalità di 5 secondi, quindi sarebbe stato meglio tenere la posizione, perché su questa pista si perde tantissimo tempo nel tentativo di sorpasso".

È stato il primo di una serie di episodi, proseguiti con la scelta di non fermare Max al secondo pit-stop in contemporanea con Hamilton e culminati nell'incidente con Lewis.

"Una cosa poi ha portato all'altra, con l'escalation delle emozioni e commenti che non sono stati appropriati né da parte dell'ingegnere di pista né da parte di Max, per dirla in modo gentile", sottolinea Marko. Serve il ritorno della serenità in un ambiente che, da inizio anno, vive una guerra aperta al suo interno e sulla quale si innesta un recupero dei rivali che hanno eroso il margine di vantaggio, di ampia sicurezza, del quale Red Bull ha potuto godere fino allo scorso anno. 


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