Da Kvyat a Lawson passando per Gasly e Albon: quando il sogno Red Bull dura solo poche gare

Da Kvyat a Lawson passando per Gasly e Albon: quando il sogno Red Bull dura solo poche gare© Red Bull Content Pool

Due gare, nessun punto e un verdetto che non lascia repliche: Red Bull saluta Liam Lawson e dà il benvenuto a Yuki Tsunoda al fianco di Max Verstappen, un sistema "consolidato" in casa RB

Ilaria Toscano

27.03.2025 14:09

"Red Bull ti mette le ali" ma poi il volo ha i giorni contati... Dopo le numerose voci che correvano nel paddock più veloci della stessa Red Bull del 2025, è da poco arrivata la notizia ufficiale: Yuki Tsunoda prenderà il posto di Liam Lawson a partire dal prossimo Gran Premio previsto a Suzuka. L'appuntamento giapponese avrà dunque il suo "eroe di casa" in uno dei top team, scelta apparentemente non casuale.

Non è la prima volta che il la scuderia di Milton Keynes decide di sostituire un pilota titolare a stagione in corso. Infatti, la notizia di Yuki al fianco di Max Verstappen non ha sorpreso il mondo della Formula 1, che attendeva solo il post istituzionale dai canali ufficiali di RB. La particolarità di questa scelta risiede nel tempismo: il neozelandese ha corso in Red Bull solo due gare. Si tratta di un ritiro e una dodicesima posizione (che sarebbe stata sedicesima senza le squalifiche e le penalità che hanno interessato il weekend cinese). Risultati deludenti, è vero, ma si tratta pur sempre del debutto di un giovane che in Formula 1 aveva corso solo 11 gare in Visa Cashapp (ex AlphaTauri) prima di arrivare ad affiancare Verstappen in un top team e che non aveva mai gareggiato ad Albert Park e a Shanghai, dove non è stato in grado di superare quella che probabilemente verrà ricordata come la più grande sfida della sua carriera.

Liam Lawson aveva ammesso di avere bisogno di più tempo, ma la Formula 1 è uno sport spietato e, soprattutto se gareggi per Red Bull, è necessario dimostrare di essere competitivi sin da subito per evitare di perdere il sedile conquistato.

Il neozelandese non è il primo pilota ad aver subito un "ricollocamento" da parte del team di Horner. Negli ultimi anni, anche Daniil Kvyat, Alexander Albon e Pierre Gasly sono stati "accompagnati alla porta" di Red Bull in favore della sua scuderia di Faenza o di un posto ai box.

Daniil Kvyat, una breve parentesi in favore di Max

Daniil Kvyat fu promosso nel top team al posto di Sebastian Vettel, che aveva firmato con la Ferrari per la stagione 2015. Dopo un primo anno terminato al settimo posto nella classifica piloti, davanti al compagno di squadra Daniel Ricciardo per soli 3 punti (95 a 93), il 2016 è stato l'anno della recessione. Un inizio turbolento fatto di errori frequenti, culminati nel Gran Premio di Russia, dove Daniil aveva tamponato Vettel due volte al primo giro, portarono il team a prendere la fatidica decisione.

Al posto di Kvyat, tornato in Toro Rosso con cui aveva debuttato nel 2014, arrivò Max Verstappen, che salì sul primo gradino del podio al suo esordio nel GP di Spagna.

Gasly "prove them wrong"

La stessa sorte è toccata a Pierre Gasly, arrivato in Red Bull nel 2019 al posto di Daniel Ricciardo, che aveva firmato con Renault per quella stagione. Il francese riuscì a rimanere nel top team per sole 12 gare prima di tornare in Toro Rosso. La sostituzione arrivò dopo il Gran Premio di Ungheria, quando le difficoltà dimostrate da inizio stagione, unite alla mancanza di passo gare e ai numerosi doppiaggi da parte di Verstappen, inizavano a diventare troppo importanti per continuare a gareggiare nella "squadra madre". Per questo motivo, il francese fu sostituito da Alexander Albon, che guidava la Toro Rosso.

Un commovente aneddoto lega Gasly alla decisione del team di riportare il francese nel team di Faenza. Anthoine Hubert, fedele amico di Pierre, scrisse lui un messaggio una volta appresa la notizia:"Dimostragli che si sbagliano. Sii forte fratello. Mostrerai loro che meriti il tuo sedile in un top team e gli dimostrerai che si sbagliano". L'amico di Pierre perderà la vita nel weekend di Spa del 2019, durante la feature race di Formula 2 a causa di un terribile incidente. Pierre Gasly, in una lettera a cuore aperto scritta all'amico scomparso ha dichiarato come si è sentito dopo quel pensiero inviato da Hubert: "E la mia tristezza si voltò verso la spinta, si trasformò in passione. Sapevo che c'erano nove gare rimaste sul calendario. Nove volte per mostrare loro che avevano commesso un errore. Nove volte per dimostrare che si sbagliano."

La stessa sorte per Albon

Con la fine della carriera in Red Bull di Pierre Gasly, nel top team di Horner arrivò Alexander Albon. Il pilota ha concluso bene la stagione cominciata dal francese, arrivando in zona punti in 8 gare su 9. Il thailandese è stato sostituito in favore di Sergio Perez alla fine della stagione 2020, dopo solo 26 GP, divendando così pilota di riserva della scuderia. In quel momento, Sergio Perez stava vivendo i "giorni di gloria" della sua carriera in F1 con la vittoria del GP del Sakhir a bordo della Racing Point. Le aspettative nei confronti di Albon erano state disattese e Perez ottenne la sua chance di correre in un top team.

L'opinione di Verstappen e Horner

Il 4 volte campione del mondo non si è ancora espresso pubblicamente circa la decisione del team di assumere Yuki Tsunoda al posto di Liam Lawson, ma un gesto dell'olandese parla chiaro. Il numero 1 ha infatti messo like ad un post di Giedo van der Garde in cui l'ex pilota automobilistico difendeva il neozelandese definendo la situazione al limite del bullismo.

Christian Horner ha così commentato la decisione di riportare Lawson in Visa Cashapp:"Abbiamo il dovere di proteggere e far crescere Liam e, insieme, riteniamo che dopo un inizio così difficile, abbia senso agire rapidamente affinché Liam possa acquisire esperienza, mentre continua la sua carriera in F1 con Visa Cash App Racing Bulls, un ambiente e una squadra che conosce molto bene".
Ancora una volta, Red Bull dimostra che nel suo sistema non conta soltanto il talento, ma la capacità di concretizzare risultati nell’immediato. I numeri parlano più delle potenzialità, e la pressione pesa quanto le prestazioni. Lawson si aggiunge a una lista sempre più lunga di giovani promesse portate a gareggiare in un top team e poi richiamate bruscamente in una scuderia satellite. Perché nel team di Helmut Marko la velocità non è solo quella in pista: è anche quella con cui si può passare dal sogno alla realtà, e dalla realtà al ridimensionamento delle proprie ambizioni.

Tsunoda punta in alto a Suzuka


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