Ferrari SF-24 e Ferrari 499P: voglia di lottare e stupire

Ferrari SF-24 e Ferrari 499P: voglia di lottare e stupire© FerrariHypercar

Né l'una né l'altra partono con i favori del pronostico contro Red Bull e Toyota, ma entrambe hanno voglia di lottare e possibilmente stupire regalando ai tifosi un'annata che smuova orgoglio e senso di appartenenza

27.02.2024 ( Aggiornata il 27.02.2024 11:47 )

Il bello di conoscere i fatti salienti della storia, è rendersi conto che alla fine dal passato puoi pescare modelli a piacimento, perché tutto o quasi è già successo. Basta solo dargli una rinfrescata e l’archetipo lo trovi lì, a portata di mano. Per fare un esempio pratico: quando Leonida va a combattere Serse ed i persiani alle Termopili, sa già di avere poche speranze, quasi nulle. Eppure ci prova lo stesso, perché non si sa mai. Lo fa per un bene superiore, certo: ma da combattente nato qual è, non si sottrae allo scontro, trovando quasi giovamento da quella che appare come una sfida impossibile. E allora eccolo, il Leonida dei tempi moderni in salsa corsaiola: quella Ferrari che, tra F1 e WEC, va a sfidare i favoriti annunciati, Red Bull e Toyota. Due giganti delle corse, proprio come l’esercito persiano di allora. Eppure, a fine guerra, Leonida si tolse la soddisfazione di dire a Serse che anche un dio re può sanguinare. Lo fa nella pellicola 300, che racconta in versione romanzata quella battaglia. Con una frase diventata cult, non solo nel cinema.

Ferrari SF-24 e 499P, due piani diversi

La Ferrari, sia nel Circus che nell’Endurance, ci va un po’ con lo stesso spirito. Non faremo alla Rossa il torto di definirla favorita, in nessuno dei due campionati: assolutamente non in Formula 1, ma nemmeno nel WEC, dove la Toyota, per il lavoro di questi anni, merita di essere messa davanti ai nastri di partenza. Tuttavia la vigilia parla, se non di strabordante ottimismo, quantomeno di moderata fiducia. La SF-24 ha l’obbligo di cancellare un 2023 difficile con un deciso passo avanti, la 499P in versione 2024 invece è chiamata a difendere innanzitutto la corona di Le Mans, cui accompagna la voglia di salire qualche gradino in più. Sono su piani diversi, la SF-24 e la 499P, perché diverso è il percorso che hanno alle spalle: la prima è un progetto che ha dovuto rinnovarsi rispetto a quello che l’ha preceduta, la seconda invece partiva da certezze ben maggiori e da una base più solida. Poi è vero che entrambe vengono da un’annata da un successo stagionale, ma non potrebbero essere casi più diversi: in primis perché vincere una gara su 22 non è come vincere una gara su 7, soprattutto se quest’ultima è la 24 Ore di Le Mans, una corsa che vale una stagione, in secundis perché i bilanci di fine 2023 erano piuttosto distanti tra le due anime di Maranello. Però si può dire, quello sì, che entrambe nel 2024 cerchino qualche vittoria di tappa in più. Più vittorie, ovviamente, significano benefici pure per un mondiale che la Rossa dell’Endurance guarda ammiccando molto più della Rossa da Gran Premio: anche qui, condizioni ed estrazioni diverse dell’avversario di turno, con la Red Bull parsa complessivamente ben più irraggiungibile della Toyota dell’anno scorso, probabilmente anche per meriti della stessa 499P.

Antonello e Fred, cosa vuol dire essere Ferrari

Red Bull e Toyota, seppur con metodi e culture dissimili, rappresentano al momento lo stato dell’arte nei rispettivi campionati. Sono forti in tutto, a cominciare dalle operazioni ai box, hanno una macchina straordinaria e pure ai piloti vanno tanti meriti. La Rossa le rispetta ma non le teme, almeno in uno sguardo d’insieme: Coletta ha già avuto l’anno scorso determinate risposte, Vasseur invece, nonostante i numeri strepitosi della RB19 del 2023, sta lavorando per dare alla squadra la forma che lui desidera, anche se non vuole parlare di anni di transizione. Punta in alto, Fred: e almeno in questo, la somiglianza di indole con Antonello c’è. Entrambi consapevoli della portata della sfida, entrambi consapevoli del marchio che rappresentano e delle pressioni che ne derivano, ma forse proprio per questo desiderosi come nessuno di accendere finalmente in motori. Per tuffarsi in una stagione alla vigilia della quale, tra il detto ed il non detto, si intravede quell’impazienza infantile di cominciare. Nel comune denominatore di essere Ferrari, Frédéric Vasseur ed Antonello Coletta desiderano fare il massimo, ma questo fa parte della normalità per gente così competitiva: è farlo in modo da smuovere l’orgoglio ed il senso di appartenenza ad un marchio unico, la grande sfida a poche ore dall’inizio dei campionati.

Senza paura

Il piccolo che prova a combattere il più grande fa parte della mitologia, storica e cinematografica. Si può rispolverare Davide contro Golia, oppure restare ancorati a quel Leonida di inizio racconto che, pur consapevole della portata praticamente impossibile della sfida, volle provarci comunque. Per il suo popolo, per la sua terra e, con un pizzico di egoismo, anche per sé stesso e per la propria gloria. Sapeva di non avere praticamente niente da perdere, Leonida, eppure perse solo perché fu tradito. Non vinse, ma si tolse la soddisfazione di ferire un avversario che sembrava inscalfibile. Dovesse succedere pure a Red Bull e Toyota, sarebbe già un grande traguardo.


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