Indy 500, nella terza giornata comanda il vento, Alonso 4° 

Indy 500, nella terza giornata comanda il vento, Alonso 4° 

Calma piatta nella terza giornata di prove di Indianapolis: a casua del forte vento solo otto vetture hanno completato veri run

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Marco Cortesi

18.05.2017 09:52

Giornata fiacca quella di ieri all’Indianapolis Motor Speedway. Sulla pista statunitense ha infatti continuato a un vento molto forte (fino a 65 chilometri orari) tanto che molti piloti hanno scelto di restare nei box o effettuare solo pochi giri nel terzo giorno di prove libere. Solo otto vetture hanno completato veri run.

Fernando Alonso ha approfittato della situazione per sperimentare una condizione che, anche se è improbabile, potrebbe trovare anche in gara. Lo spagnolo ha chiuso quarto nella lista dei tempi completando 39 passaggi. “I piloti forti hanno girato poco - ha spiegato Alonso - ma per me la giornata di oggi ha rappresentato una lezione utile. Come guidare in condizioni di vento forte e cambiare l’assetto della vettura da una curva all’altra”. 

Al vertice della classifica, in prima e terza posizione, i due piloti che si sono impegnati di più in pista, Ed Carpenter (nella foto) e JR Hildebrand, con oltre 50 giri a testa: il pilota e Team Manager di Indy, rampollo della famiglia titolare della serie e dello Speedway, ha scelto di utilizzare comunque il tempo a disposizione per fare esperienza segnando una media oraria di 222.894 miglia (358.713 chilometri). Unico a marcare un riscontro simile, anche se comunque molto al di sotto di quelli attesi, Scott Dixon in seconda posizione

Quinto posto per Conor Daly davanti a Max Chilton e Carlos Munoz mentre Zach Veach, altro rookie, è stato mandato in pista per fare chilometri dal team Foyt. Pochi giri, e tutti a velocità limitate, per gli altri, con 12 vetture che non sono nemmeno uscite dai garage. 

Nel frattempo, qualcuno ha già iniziato a parlare di pretattica, con Helio Castroneves e Will Power che, dopo un primo giorno tutto appannaggio dei motori Honda, hanno sollevato il dubbio che i rivali abbiano optato per mappature più conservative. Nulla di vietato o particolarmente impressionante, ma segno della tipica competitività di Indianapolis. 


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