Fu un autunno molto caldo per Villeneuve che con la 312 T2 in due Gp dimostrò subito d’essere veloce quanto coraggiosissimo
Peggio gli va in Giappone, quando è deludente 20esimo in prova e in gara è fuori dopo 5 tornate, quando, nel tentativo di rimontare, prende il volo sulla Tyrrell 6 ruote di Ronnie Peterson, con la Ferrari che atterra finendo tra il pubblico sostante in zona proibita. Epilogo purtroppo accompagnato da due morti, uno dei quali è proprio il commissario che stava cercando di dissuadere i tifosi dal continuare a stare in quella posizione pericolosa.
Ecco, l’inizio di Gilles in Ferrari è tutto lì.
Neanche una bandiera a scacchi vera, zero punti.
E neppure un’immagine in diretta, perché la Rai non seguì nessuna di quelle due gare.
Eppure in quell’inizio semi-anonimo, sottotraccia, perfino drammatico e forse neanche giudicabile, c’era già tutto Gilles.
Generoso, coraggiosissimo, ipercombattivo, pronto a dare tutto e subito.
Nella prima gara, per non saper né leggere né scrivere, gli affibbiarono il numero 21. Che altro non era che il 12 di Reutemann a adesivi invertiti. E in effetti perfino personalmente non poteva esserrci personaggio più opposto a Lole del silenziosissimo, piccolo ma tetragono e inscalfibile canadese.
Editoriale del Direttore: Texas e adesso sia quel che sia!
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