Salviamo Floriopoli!

Salviamo Floriopoli!

Un nuovo progetto di ammodernamento infrastrutturale rischia di polverizzare parte della struttura. Autosprint e gli appassionati non ci stanno! Vi invitiamo a firmare la petizione di salvaguardia

07.03.2022 10:19

Credeteci o no, stavolta il grido d’allarme, oltre a essere controcorrente, lo emetto bello scandalizzato. Anche perché in questa rubrica e regolarmente sulle pagine di Autosprint da anni, anzi, da decenni, mi batto per una cura, una tutela e una salvaguardia di ciò che resta del leggendario circuito Piccolo delle Madonie, ultima sede della Targa Florio Stradale. La quale è e per sempre resterà la mamma di tutte le corse, con data di nascita risalente al 1906 e di fine agonistica catalogabile al 1977 nella sua veste e filosofia originaria, con tanto di spin-off rallistici e regolaristici di e su cui altro non aggiungo, perché fuori dal tema di queste righe. Il punto è un altro: non solo niente lascia pensare che finalmente si possa trovare il modo di mettere in sicurezza “Il Piccolo”, ma, in senso del tutto opposto, ci sono sempre più fondate ragioni di credere che corra gravi rischi addirittura il cuore stesso della Targa che fu: Floriopoli. E a parlare chiaro non sono paure ancestrali, stato di abbandono o l’incuria degli ignari unita alle ingiurie del tempo, bensì un progetto, una precisa determinazione e chiarissimi segni della volontà di inferire un colpo mortale a quanto di più prezioso e caratteristico resta della Targa.

Tutto questo in quanto la realizzazione di un viadotto e una prospicente rotonda potrebbero cambiare e addirittura logicamente stravolgere per sempre l’impatto dell area Floriopoli, quindi intendo box, tribune e torre dei cronometristi, con quest’iultima che potrebbe finire addirittura abbattuta. In realtà si tratta di un vero e proprio piano, che finisce col coinvolgere e allarmare non uno ma diversi sindaci di comuni delle Madonie, specie tutti coloro che sarebbero ben disposti a giocare la carta delle valorizzazioni delle vestigia della Targa Florio, per rilanciare il territorio da un punto di vista turistico, promozionale, storico e culturale. E invece ecco il paventato arrivo di nuove infrastrutture che rientrerebbero nel quadro dei lavori di raddoppio della ferrovia Palermo-Catania-Messina, legati a procedure le quali - verrebbere da aggiungere purtroppo - hanno avuto slancio e impulso a seguito del il Pnrr e e dell Piano integrato per l’energia e il clima (Pniec).

In particolare gli interventi a Floriopoli, quindi all’interno del Comune di Termini Imerese, riguardano la tratta Fiumetorto-Lercara Friddi, ovvero trenta chilometri a doppio binari. La Rete ferroviaria italiana (Rfi), lo scorso 21 gennaio ha già consegnato gli elaborati con la previsione degli interventi stessi e adesso spetta ai soggetti interessati, ossia anche ai comuni, esprimere pareri entro 90 giorni, ovvero rispettando una precisa scadenza prevista per il 21 aprile. Tra le opere, particolare rilievo assume appunto la realizzazione di un viadotto dall’area del bivio di Sciara alla vallata del Torto: il nuovo tracciato ferroviario termina a ridosso di Floriopoli dove sono appunto previste una rotonda, una nuova strada e pure il consolidamento del costone. L’impatto delle nuove strutture già nel lontano 2004 aveva già allarmato il Consiglio comunale di Termini Imerese, il quale si era espresso contrario rispetto a un’eventualità simile proposta da Rfi, al tempo però riguardante lavori sulla tratta Palermo-Agrigento. Quanto al presente, il Comune di Termini Imerese e la Città metropolitana di Palermo intenderebbero muoversi in senso del tutto opposto, pensando a un Parco tematico a Floriopoli dedicato alla Targa Florio.

A soccorrere sulle linee da seguire dovrebbe essere anche la legge regionale 9 del 2002 che fa rientare ‘a Cursa nel patrimonio storico-culturale della Regione Siciliana, con i suoi i tre circuiti storici: Piccolo (72 km); Medio (l08 km) e Grande (148 km) e con tanto di vincolo di tutela posto di recente dalla Regione Sicicila sul marchio della Targa. In poche parole, qui c’è da muoversi, da combattere e da schierarsi né più né meno di quando a qualcuno era venuta la balzana idea di fare polvere della Sopraelevata di Monza. Non a caso tra le voci più squillanti e valide che si sono levate sulla faccenda, c’è da registrare l’intervento del Sindaco di Termini Imerese, Maria Terranovai, protagonista di una ferma presa di posizione rispetto al progetto: "In questo modo - dice il Primo Cittadino - si mette a rischio la straordinaria bellezza e la storia del nostro territorio. I ministeri non possono non tenere conto dei sindaci, i quali rappresentano i cittadini dei territori interessati. Il rischio è che, pur di spendere soldi (del Pnrr), si metta rischio un patrimonio dal valore inestimabile. Chiaramente ci aspettiamo una forte e chiara presa di posizione anche e soprattutto da parte della Regione siciliana".

La verità è che neppure Autosprint, i lettori e con noi tutti gli appassionati di Motorsport possono giammai restare insensibili a possibili e superficiali atrocità culturali del genere, perpetrate e perpetrabili più per ignoranza che per cattiveria, grazie alla totale insensibilità sulla storia e sul vissuto non solo locali. La via da parcorrere, in realtà, resta esattamente quella opposta. Altroché, qui si tratta di far riemergere, ammodernare, tutelare e valorizzare tutti i tratti salvabili del Piccolo delle Madonie, collegandoli ai vari e interesantissimi musei locali, a occasioni di revival e a momenti di fruizione del patrimonio storico di una manifestazione che rappresenta l’anima stessa del nostro Sport, perché Floriopoli sta all’automobilismo come Atene alle Olimpiadi. E il Piccolo delle Madonie resta una sorta di immenso Colosseo, con le mura sostituite dal nastro d’asfalto. E i nomi di gladiatori e bighe, ovvero di campioni e bolidi, per sempre a popolare i nostri retrodatati e immortali sogni. Tornando al concreto, prendiamo tutti coscienza di questa situazione. Muoviamoci, parliamone, non restiamo insensibili, perché fare qualcosa per le corse non significa solo leggere Autosprint o acquistare l’abbonamento di SkySportF1 o i biglietti per Imola e Monza, ma anche curare le nostre radici, onorarle e rispettarle.

Tanto per cominciare, vi propongo di firmare questa petizione lanciata dall’Associazione Culturale Amici Della Targa Florio, che nel web trovate al seguente indirizzo: https://chng.it/X86dMk5g Per il resto, teniamoci in contatto e non molliamo. La Targa Florio non si tocca.


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