Le comunicazioni via radio tra piloti e muretto a Spielberg, con le polemiche in Force India per le restrizioni imposte dalla FIA
C'è Wehrlein preoccupato dell'arrivo della pioggia, Vettel che avvisa il muretto Ferrari di qualcosa che non ha bisogno di comunicazioni radio, Hamilton a fare idealmente spallucce di fronte all'incidente con Rosberg, nel Radiosprint del Gran Premio d'Austria. Comunicazioni tra piloti e muretto che sono anche al centro dei pensieri di Bob Fernley, direttore tecnico Force India. Non è stata la gara migliore dell'anno per Hulkenberg e Perez, quest'ultimo andato a sbattere all'ultimo giro, senza più freni e senza possibilità di essere avvisato dal box.
«Dobbiamo riguardare le comunicazioni radio perché non ci era consentito dire ai piloti che i freni erano in condizioni critiche. E' un po' preoccupante e appare sciocco mettere l'Halo sulle macchine ma non potergli dire che i freni stanno per abbandonarli», sottolinea Fernley, che dalla direzione gara ha ricevuto il divieto di comunicazione: «Dovremo discuterne, perché si è andati un po' oltre. Credo dovremo prendere il controllo della sicurezza dei piloti».
Messo da parte un tema sul quale si dovrà cercare un affinamento delle comunicazioni consentite, a Spielberg si è parlato via radio anche d'altro. Di meteo, ad esempio. Pronti, via e l'ottimo Pascal Wehrlein tiene informato il muretto in tempo reale: «C'è una leggera pioggia». Ma il primo "allarme" toppa clamorosamente, niente acqua. «Alcune gocce d'acqua in curva 2», poco dopo. Bocciato come meteorologo, promosso a pieni voti per la qualifica e la gara da "protagonista", nonostante i pochi mezzi. Ha fatto meglio della Renault, in crisi nera, e al giovane pilota tedesco non è piaciuta la resistenza di Magnussen: «Ha cambiato direzione 5 volte!».
«Sì, lo diremo a Charlie».
Giro 26, Rosberg alle spalle, uno stint da allungare il più possibile per far funzionare la strategia con una singola sosta. I programmi di Vettel e della Ferrrari però prendono un'altra piega. Verso destra, appena dopo il traguardo, ma troppo presto per impostare curva 1. C'è il guard-rail, c'è la gomma posteriore destra esplosa.
«Credo abbiate visto, la posteriore destra è esplosta, ho spento il motore. Mi dispiace ragazzi».
Ha visto da vicino l'incidente Rosberg, e lesto via radio: «Sono passato sui detriti, controllate le pressioni». Foratura scongiurata.
Con una Ferrari rimasta in gara, la corsa era tutta su Max Verstappen e Raikkonen non ama essere contraddetto: «Andiamo, bandiere blu!», si sfoga, con l'ingegnere di pista che prova a rassicurarlo: «Ricevuto, gli stanno mostrando le bandiere blu».
«No che non le sta avendo!». L'ultima parola è di Kimi.
Ampio spazio in Mercedes ai colloqui tra muretto e Hamilton. I cordoli di Spielberg hanno mietuto sospensioni a raffica e in gara il timore era per ulteriori cedimenti. Nulla di tutto ciò, ma l'ingegnere di pista avvisa Lewis: «Ok Lewis, i carichi sulle sospensioni in curva 9 sono critici, fai attenzione ai cordoli».
Wolff e gli ordini di scuderia: mai dire mai
Attenzione e al tempo stesso ritmo prima della seconda sosta: «Chiudi il gap più che puoi, è tempo di martellare». Ha dovuto proseguire anche dopo la sosta, per riprendersi la posizione, non senza un iniziale scetticismo sulle scelte operate sulle gomme: «Nico davanti è su gomme supersoft, mancano 16 giri e dovrai passare in pista», gli spiegano.
«Perché ha le gomme più morbide?»
«Lewis, crediamo che questa sia la gomma giusta per arrivare alla fine». Oltre a essere l'unica per Rosberg, quella delle supersoft, non avendo altri set di soft. Ed è stata la più consistente per un finale pirotecnico. Se è vero che il risultato è quel che conta, un certo malumore per il modo con cui si è arrivati alla vittoria traspare ancor prima che rientri ai box, Hamilton. «Ok Lewis, ben fatto. Non è la gara che ci aspettavamo, ma... un buon risultato».
Pronta risposta dell'inglese: «Ero all'esterno, non sono io ad aver fatto l'incidente».
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