L'idea che Toto Wolff possa subentrare al ruolo di Chase Carey e diventare nuovo a.d. della Formula 1 porterebbe a un conflitto di interessi non accettabile. Camilleri spiega la posizione Ferrari e gli strumenti per fermare tale scenario
Direttore esecutivo di uno dei cicli più vincenti della storia, azionista del team, Toto Wolff, nella visione di Louis Camilleri, non può essere il candidato giusto per rilevare la posizione di amministratore delegato della Formula 1. Un ruolo al quale i rumours lo hanno affiancato nei mesi scorsi, creando quell’alone di incertezza sul cosa farà Wolff dopo il 2020.
Uno scenario da chiarire anche in funzione delle scelte che farà Hamilton, tra permanenza in Mercedes o una nuova sfida, in Ferrari.
Nel corso dell’incontro di Natale con la stampa, l’a.d. Ferrari ha espresso parole nette sull’ipotesi che Toto Wolff subentri a Chase Carey: “Chiunque sia stato un protagonista attivo e importante in un certo team, negli ultimi anni, risulterebbe automaticamente in conflitto di interessi, percepito o meno, nell’assumere quella posizione in Formula 1.
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Personalmente credo non sarebbe una cosa positiva. La nostra posizione è questa: se Mattia fosse il candidato a sostituire Chase Carey, penso che il resto del paddock non sarebbe poi troppo contento, è logico”.
Al di là dell’essere o meno “contenti” di un tale scenario, Camilleri ha ammesso il ricorso della Ferrari al diritto di veto riconosciuto dal Patto della Concordia – e destinato a essere confermato dopo il 2020 – se dovesse essere necessario.
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“Il veto è una sorta di strumento dell’ultima spiaggia. Se dovessimo confrontarci con questa possibilità, penso che spiegheremmo la nostra posizione in modo piuttosto chiaro alla gente di Liberty, a Greg Maffei in particolare, e credo avremmo una conversazione costruttiva”, ha dichiarato Camilleri.
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