Ferrari, eppure il 2021 non sarebbe potuto andare meglio...

Ferrari, eppure il 2021 non sarebbe potuto andare meglio...© Getty Images

Un titolo forte, provocatorio, ma che merita una riflessione: dato il 3° posto e la lotta fino all'ultimo tra Mercedes e Red Bull, il 2021 alla Ferrari ha dato quanto di meglio potesse aspettarsi, ad eccezione di una vittoria in gara che manca da due anni

24.12.2021 ( Aggiornata il 24.12.2021 11:03 )

Il titolo colpisce, il contenuto fa sorridere ma anche riflettere. Il 2021 non sarebbe potuto andare meglio per la Ferrari? Pensateci. E' una valutazione forte, volutamente provocatoria, ma sotto sotto una tesi a favore della quale si può portare più di una prova.

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Risultati: il 3° posto obiettivo dichiarato

Prima di tutto, i risultati. E da quel punto di vista, il Cavallino ha ottenuto proprio ciò che professava già negli ultimi mesi del 2020. Al solito, si dirà che la Rossa per storia e tradizione deve vincere o quantomeno lottare per il titolo. Un giudizio nobile, un'abitudine che la Ferrari ha sempre fornito ai suoi tifosi. Ma in un biennio a regolamenti semi congelati, con la possibilità di intervenire sì, ma non troppo, sulla vettura, immaginare di fare meglio del 3° posto tra le squadre significava andare a prendere una tra Mercedes e Red Bull, traguardo francamente utopistico alla fine della passata stagione. La SF1000 è stata un disastro, una monoposto tanto storica quanto deficitaria; storica perché comunque è stata la macchina dei 1000 GP, deficitaria perché in ritardo su qualunque area di una monoposto: motore, aerodinamica e meccanica. Partire da quel progetto significava partire con una zavorra non indifferente, con un ritardo impossibile da colmare nello spazio di un inverno, sia perché in F1 non esiste una bacchetta magica sia perché il regolamento permetteva sviluppi mirati e non rivoluzioni. I gettoni di sviluppo il Cavallino li ha spesi al posteriore, tra cambio e sospensione, indicando in quell'area quella dalla quale sarebbe stato possibile ottenere maggiori benefici: spendendoli lì, non si è potuti intervenire in altre zone come quella del muso anteriore, rimasto invariato. Sul motore invece si è deciso di scindere le innovazioni: il termico aggiornato è stato introdotto sin dalla prima gara, mentre la parte ibrida è stata utilizzata per la prima volta solo a Sochi, dove la Ferrari ha anticipato una soluzione che farà da base alla Pu del 2022, prendendo le ultime gare come banco prova per la prossima stagione. Anche per questo, la corsa al 3° posto nel Costruttori, che sembrava persa dopo Monza, ha subìto una svolta: e contemporaneamente al calo della McLaren, il Cavallino è riuscito a recuperare punti su punti. Così, in un anno si è passati dal 6° al 3° posto tra le squadre, da una media di 7,7 punti a gara ad una di 14,7: quasi il doppio. Nei limiti del progetto, poi, si è apportato palliativi alla gestione delle gomme, non solo attraverso la comprensione delle stesse ma anche passando per soluzioni che hanno riguardato scelte di assetto e regolazioni della vettura. E' mancato l'acuto, ovvero la vittoria, ma anche in questo c'è una spiegazione: quest'anno la Ferrari ha avuto passaggi a vuoto, ma in generale è stata la più costante tra le vetture del centro gruppo, da qui il piazzamento nella classifica a squadre.

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Avversari a lungo impegnati sul 2021

C'è poi un altro aspetto, ed è quello legato alla concorrenza. Sbilanciarsi troppo nei giudizi su questo 2021 è sbagliato, perché le varie squadre si sono ritrovate a gestire in contemporanea due progetti molto diversi, spostando progressivamente le risorse dalla macchina del 2021 a quella del 2022. Per cui, è impossibile sapere in percentuale quanto tempo e lavoro sia stato dedicato al progetto 2021 da parte di ogni team, scelte che avranno avuto inevitabili ricadute sul rendimento nel corso della stagione appena conclusa. La McLaren, per esempio, ha dato proprio l'impressione di aver mollato completamente dopo Monza e Sochi: non è stata solo una questione di caratteristiche dei vari circuiti, ma è stato come se la squadra, anche nel lavoro al simulatore, avesse deciso di limitare al minimo indispensabile la preparazione agli ultimi eventi del campionato. In questo senso, è stato un anno molto complicato per Mercedes e Red Bull: queste ultime insieme alla Ferrari sono quelle che dispongono delle risorse maggiori, ma al tempo stesso hanno dovuto concentrarsi fino all'ultimo sul modello 2021, senza potersi permettere di lasciare niente al caso. La Ferrari, Monza a parte dove si è presentata con un pacchetto specifico, ha introdotto un aggiornamento a Silverstone poi più niente, mentre i team di Wolff ed Horner hanno dovuto proseguire fino in fondo nello studio della monoposto 2021 per tirare fuori ogni centesimo di prestazione. Questa non è assolutamente una garanzia, ma quantomeno un vantaggio per la Rossa, che pur nel fastidio di veder lottare altri per il titolo ha potuto approfittare di una battaglia che ha tenuto impegnati gli altri sul 2021 molto più di quanto sia stato imposto agli uomini e alle donne di Maranello. In un certo senso, una lotta feroce capace di catalizzare l'attenzione delle due rivali più temibili era quanto di meglio la Ferrari potesse augurarsi per far distogliere loro le attenzioni dal 2022.

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E adesso?

Non è sbagliato dire che in Ferrari aspettassero la fine del 2021 già dall'estate del 2020, quando ci si era in un certo senso rassegnati a due stagioni lontane dal vertice visti i problemi della SF1000. Adesso però anche il mondiale 2021 è finito e restano pochi mesi prima di scoprire se il progetto 2022 sarà all'altezza delle promesse Ferrari. Dall'anno scorso a Maranello si è puntato il mirino sul 2022 proprio perché si era consapevoli dell'impossibilità di partecipare al duello iridato per il biennio 2020-2021, da qui uno spostamento delle attenzioni alla rivoluzione regolamentare. Spostare così tanto in anticipo le ambizioni, però, ha portato ad un innalzamento delle aspettative forse più del dovuto, per il semplice motivo che partendo da un foglio bianco sarà come gettarsi nell'ignoto nel prossimo futuro, e questo significa una serie indefinita di incognite. Per cui non solo Mercedes e Red Bull, ma anche le altre squadre saranno da tenere in considerazione, sebbene la Rossa insieme a Mercedes e Red Bull sia quella con le risorse maggiori e quindi quella che, sulla carta, ha la possibilità di fare meglio. Non scordiamo che il progetto del 2022 era previsto con un anno di anticipo prima della pandemia, per cui le squadre vi lavoravano già da qualche mese (i regolamenti sono stati ufficializzati nell'estate 2019 per il 2021) prima dello stop alla progettazione arrivato nella primavera 2020. Un quadro contorto, ma nel quale è necessario ricordare che i primi studi della nuove generazione di vetture fossero già partiti ben prima della pandemia.

In conclusione, è lecito dire, analizzando tutti gli aspetti, che per la Ferrari questo 2021 ha portato quanto di meglio avrebbe potuto portare, se si esclude una simbolica vittoria di tappa in un GP. Certamente però, questo 2021 di attesa e transizione, che molto ha insegnato alla Ferrari come squadra (si intende come esperienza per le persone), assumerà un significato necessariamente diverso a seconda dell'esito del 2022: se le cose andranno bene, allora tutti lo indicheranno come un male necessario per costruire un futuro più radioso; se invece le cose andranno male, sarà fin troppo facile metterlo nel conto degli anni di attesa del prossimo titolo mondiale. Il momento delle promesse è finito, desso arriva quello delle responsabilità.

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