Calendari F1, con Nizza e Madrid la lista d'attesa si allunga: facciamo il punto

Calendari F1, con Nizza e Madrid la lista d'attesa si allunga: facciamo il punto© Getty Images

Nelle ultimissime settimane sono rimbalzate le voci di una candidatura da parte di Nizza e Madrid per avere un GP di F1: facciamo chiarezza per i calendari del 2023 ed oltre

27.06.2022 ( Aggiornata il 27.06.2022 16:25 )

Alla fine, possiamo pure metterla giù in maniera molto semplice. È passato contro futuro, che in qualche modo si potrebbe anche tradurre come un "tradizione contro soldi". Nella stesura dei futuri calendari, Stefano Domenicali e Liberty Media lavoreranno tra due fuochi, con il passato glorioso dei circuiti storici chiamato a reggere l'urto della spinta di nuovi GP in nuovi territori.

Oltre il 2023

La crescita globale della Formula 1 ha creato un proliferare di candidature, di desideri più o meno marcati di chi adesso vorrebbe a tutti i costi organizzare un GP. Gli ultimissimi, in ordine di candidatura, sarebbero Nizza e Madrid, entrambe desiderose di veder sfrecciare sotto casa il Circus. Candidature da inserire nei giusti contesti: piani strategici per dare lustro alla città, nuovi introiti per i territori e, brutto da dirsi ma verità, in alcuni casi anche mera politica per accaparrarsi qualche voto. Tuttavia, c'è da chiarire subito una cosa: per Nizza e Madrid, si parla di un futuro che va oltre il 2023 e probabilmente anteriore anche al 2024, dato che la lotta per assicurarsi uno slot si sta facendo ogni settimana più infuocata.

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Calendario 2023: ecco chi rischia di più

E allora occorre fare chiarezza, fissare i punti fermi quantomeno del prossimo calendario. Le certezze per l'anno prossimo sono Qatar e Las Vegas, già sicure di entrare in un calendario che sta per essere ultimato, nonostante ci siano degli accordi da mettere a posto. Dopo anni di totale sicurezza, rischia di finire fuori il GP di Monaco: alcuni anni fa sarebbe parsa fantascienza, ma adesso anche il Principe Alberto deve adeguarsi alle richieste al rialzo da parte di Liberty Media. A Montecarlo per anni non hanno pagato la tassa d'iscrizione, e quest'anno, con 15 milioni, sono stati comunque quelli che hanno pagato di meno per una gara. Nel Principato hanno goduto di un contratto privilegiato, non solo per quanto riguarda il "gettone" di presenza ma pure per quanto riguarda accordi con sponsor propri. Montecarlo è Montecarlo, questo Domenicali lo sa: ma anche Montecarlo, adesso, sa di non essere più intoccabile. Arrivare ad uno strappo sarebbe clamoroso, ed appare comunque difficile: tuttavia non è più impossibile una Monaco fuori dal giro e già questa è una notizia.

Chi rischia molto di più sono Spa-Francorchamps ed il Paul Ricard. Insieme a Monaco, Messico e Austria, sono gli altri due circuiti in scadenza: detto di Monaco, né per Città del Messico né per l'Austria sembrano esserci problemi, dato che Spielberg è casa della Red Bull e Città del Messico, rientrata in calendario nel 2015, non vuole farsi scappare la possibilità di avere un GP proprio adesso che c'è un messicano al top, ovvero Sergio Perez. Dunque, chi rischia sul serio sono appunto Belgio e Francia. Quello delle Ardenne rappresenta un circuito unico, spettacolare ed amato da tutti, piloti e pubblico. Qualitativamente sarebbe una gran perdita per la F1, ma quantitativamente ci sono tante altre piste in grado di sborsare i 22 milioni che paga oggi Spa. Gli organizzatori stanno facendo i loro conti: da quando Verstappen è sbarcato in F1 verso le Ardenne c'è sempre stato l'esodo degli olandesi, ma il ritorno di Zandvoort ha messo in crisi questa "migrazione", dal momento che gli orange un GP adesso lo hanno.

I rischi sono ben maggiori per il Paul Ricard: il circuito di Le Castellet oltre ad una quota di partecipazione bassa non ha nemmeno i vantaggi di Spa, quelli di essere una pista bellissima: il tracciato francese (nato per i test, non per le gare) è piuttosto anonimo, non rappresenta una sfida grandiosa per i piloti e tantomeno si è fatto apprezzare dal pubblico, con quelle vie di fuga infinite (messe lì per i test, appunto) che tolgono pepe alla sfida. E la candidatura di Nizza va letta proprio in questo senso: la F1 vuole a tutti i costi la Francia, ma non necessariamente il Paul Ricard. Nizza sarebbe il giusto compromesso per avere una F1 in Francia ma su un circuito completamente nuovo ed all'interno di un progetto in grado di pagare molto di più. Senza dimenticare che, saltasse pure Monaco, sarebbe la giusta via di mezzo tra Francia e Principato, restando nel magnifico scenario della Costa Azzurra.

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F1 2023: quanti GP?

Dunque, quante gare nel calendario 2023? Liberty Media punta al record di sempre, che significa superare il numero di 22 GP raggiunto nel 2021 e che verrà ribadito quest'anno dopo l'esclusione del GP di Russia: se Sochi fosse rimasta in calendario, già quest'anno avremmo avuto 23 GP. Domenicali e compagnia vorrebbero salire per l'anno prossimo a 23 o addirittura 24 GP, ma è chiaro che con l'ingresso di Las Vegas e Qatar, insieme al ritorno della Cina (la F1 dovrebbe tornare a Shanghai dopo tre edizioni di assenza: dato che oggi la Cina ha un pilota, difficile rinunci al suo appuntamento, Covid permettendo) qualcuno dovrà far posto. Sono da leggersi in questo senso i ritardi sui rinnovi di Monaco, Spa e Paul Ricard: ipoteticamente, se tutti rinnovassero ed anche la Cina desse l'ok al rientro, si salirebbe a 25 GP. Le squadre hanno messo come limite massimo 24, e servirebbe un'intesa per toccare quota 25.

Kyalami nel 2024?

Ecco perché, quindi, Nizza e Madrid sono discorsi ipotetici da fare per un futuro che va oltre il 2023. L'unico dubbio, per l'anno prossimo, potrebbe essere il rientro del Sudafrica: da tantissimo Domenicali sta lavorando al ritorno di Kyalami, e dovrebbe essere solo questione di tempo. Aprendo nuovamente le porte all'Africa, Liberty Media avrebbe finalmente un campionato che tocca letteralmente tutto il mondo, con gare in tutti e cinque i continenti. E pure il Sudafrica è più che voglioso di riavere la sua tappa dopo aver salutato il Circus nel 1993: Kyalami ha ancora bisogno dell'omologazione e per questo si guarda al ritorno solo nel 2024, ma si potrebbe pure provare ad accelerare i tempi per avere un GP già l'anno prossimo. Il Sudafrica, dunque, potrebbe essere l'unica eccezione per il 2023 per quanto riguarda le piste "in attesa", per tutti gli altri occorrerà attendere.

Parola d'ordine: alternanza

In tutto ciò, non vanno esclusi quei circuiti che nel 2020 sono stati di grande aiuto per riempire il calendario: Portimao, Istanbul, Nurburgring, con la Germania che avrebbe dalla sua pure Hockenheim. Per il momento, la Germania non sta spingendo molto per una gara, ma in futuro potrebbe trovare un interesse nuovo, soprattutto se alla Mercedes si affiancheranno, nel 2026, anche Audi e Porsche: in quel caso, sarebbe assurdo avere tre marchi tedeschi in pista ma nessuna corsa in Germania. Il sogno di Domenicali sarebbe toccare quota 30 GP, ma è chiaro che al momento quella resti una quota utopistica: già adesso le squadre fanno grandi sforzi ed il limite logistico è stimato intorno ai 24, massimo 25 GP. Per cui, per fare contenti tutti, Liberty Media dovrebbe sposare un progetto già allo studio, ovvero quello dell'alternanza delle gare. Non solo tra tracciati della stessa nazione (potrebbe riguardare anche Imola e Monza, per esempio) ma anche tra piste dello stesso continente una volta fissato un numero di GP per ogni continente. Questo permetterebbe a tutti di avere una propria gara ma senza un gettone di presenza da pagare annualmente.

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Calendari futuri

Liberty Media dunque si muoverà verso nuovi lidi che promettono di pagare profumatamente la tassa d'iscrizione, pur mantenendo un occhio di riguardo (così dicono) verso le tappe storiche. L'espansione globale in termini di notorietà della F1 in questi anni potrebbe portare ad ulteriori richieste per avere un GP, ed è proprio ciò che vogliono Domenicali ed il suo gruppo di lavoro. Di calendari dunque, c'è da scommetterci, ne parleremo moltissimo di anno in anno.


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