Chi è Frédéric Vassuer, il possibile sostituto di Mattia Binotto alla Ferrari

Chi è Frédéric Vassuer, il possibile sostituto di Mattia Binotto alla Ferrari© Getty Images

La Ferrari ha smentito la notizia rimbalzata negli ultimi giorni, eppure vale la pena approfondire e conoscere la figura di Vasseur, attuale TP dell'Alfa Romeo-Sauber: i fili che lo legano a Maranello sono più d'uno

16.11.2022 ( Aggiornata il 16.11.2022 13:10 )

Draveil è un comune praticamente ignoto nel nord della Francia, nel dipartimento dell'Essonne. Oggi vanta circa 29 mila abitanti, qualche migliaio in più rispetto al 1968, quando questo paese di meno di 16 chilometri quadrati dette i natali a Frédéric Vasseur, il nome candidato a prendere il posto di Mattia Binotto in Ferrari. Il Cavallino ha smentito seccamente, ma si sa che radio box corre veloce di bocca in bocca: quello di Vasseur, per quanto il più gettonato, non era (è?) l'unico nome preso in considerazione. Ma tanto vale scoprirla, questa figura di cui in un modo o nell'altro risentiremo parlare.

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Scopritore di talenti

Della sua laurea in ingegneria aeronautica Frédéric Vasseur se ne è fatto poco, perché da subito ha cominciato a fare il manager piuttosto che l'ingegnere. Già pochi anni dopo la laurea, aveva capito che la sua vera vocazione era quella manageriale, non quella tecnica: ed ecco che nel 1996, a 28 anni, fonda insieme alla Renault il team ASM. Si professa scopritore di talenti e la storia gli dà ragione: con lui hanno vinto Lewis Hamilton, Paul di Resta, Romain Grosjean, Nico Rosberg, Nico Hulkenberg, Esteban Gutierrez, Stoffel Vandoorne, Valtteri Bottas, Esteban Ocon, Charles Leclerc e George Russell. Alcuni lo hanno fatto con la ASM nella Formula 3 Euroseries, altri tra GP3 e GP2 con la ART Grand Prix, la sua seconda squadra fondata insieme figlio di Jean Todt, Nicholas, attuale manager di Leclerc, pilota che con Vassuer oltre ad aver vinto la GP3 ha debuttato in F1, nel 2018 con la Sauber.

Prima di arrivarci, in F1, Vasseur ha saputo divenire un imprenditore e manager a tutto tondo: oltre ai titoli nella F3 francese e nella Formula 3 Euroseries, come detto ha trionfato tra GP3 e GP2 (poi divenute rispettivamente Formula 3 e Formula 2), portando a casa ben 19 titoli con la ART. A ciò si aggiunge la fondazione della Spark Racing Technology, produttrice di telai e vetture per la Formula E, oltre che azienda dell'automotive a tutto tondo avvinghiata anche ad altri progetti.

Prima Renault, poi Sauber

Lo sbarco nel Circus è arrivato nel 2016, quando è stato chiamato dalla Renault in qualità di team principal. Un'esperienza durata meno di un anno, per divergenze di vedute troppo marcate con l'allora amministratore delegato della Renault, Cyrill Abiteboul. Peter Sauber, allora, non perse tempo: lo chiamò nella doppia veste di ad e team principal alla Sauber.

La domanda che ricorre è: cosa ha fatto di buono Vasseur ad Hinwil? In realtà tanto, anzi tantissimo, per un motivo ben preciso: quando lui è arrivato, la Sauber versava in acque molto poco felici dal punto di vista finanziario. A dare respiro al team elvetico era già arrivata nell'estate del 2016 la Longbow Finance S.A., che però a metà del 2017 avrebbe appoggiato l'arrivo di Vasseur al posto della precedente team principal, Monisha Kaltenborn: alla manager indiana fu rinfacciata una gestione che lasciò a desiderare, provocando parte dei guai finanziari del gruppo. Vasseur ha lavorato soprattutto in questo senso e ad oggi, dal punto di vista manageriale, ha molto credito: insieme alla proprietà si è prima assicurato l'appoggio del gruppo Alfa Romeo, e poi ha reso appetibile la squadra sul mercato tanto da fare ingolosire un gruppo come quello di Audi, che sbarcherà nel 2026 proprio appoggiandosi alla struttura della Sauber ad Hinwil. Anche se questo significherà probabilmente perdere il ruolo a prescindere, aver reso appetibile una squadra piena di debiti sino a pochi anni prima è un grande vanto per un manager.

In pista invece la gestione non è stata impeccabile. La squadra è parsa incapace di trovare continuità negli sviluppi (evidenti i crolli nelle seconde metà dei campionati 2019 e 2022) e di conseguenza nei risultati, trovando un'altalena di piazzamenti che mai hanno dato l'impressione che la Sauber potesse uscire dal suo limbo: lasciate le sabbie mobili dell'ultimo posto nel 2017 (e questo è un merito), la squadra ha chiuso ottava nei Costruttori dal 2018 al 2020, poi addirittura nona l'anno scorso, anche se è vero che gli sforzi erano principalmente rivolti al 2022. In questo, si sa, valgono molto le finanze: ed un conto è evitare un fallimento, un conto è avere una disponibilità economica elevata.

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