Bearman oltre la sorpresa: gli "errori" e la novità dell'ERS

L'esordio in Arabia Saudita in sostituzione di Sainz è da promozione a pieni voti, eppure Oliver Bearman approfondisce i dettagli sui quali ha pagato la naturale inesperienza in Formula 1

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14.03.2024 ( Aggiornata il 14.03.2024 10:03 )

"Vista dall'esterno è stato un successo, però io sono un perfezionista e ho fatto molti 'errori', per i quali non mi sento in colpa: ovviamente per certi versi mi aspettavo di commetterne".

Oliver Bearman torna sull'esordio in Formula 1, torna sulla chiamata Ferrari a sostituire Carlos Sainz e su un circuito impegnativo come quello di Jeddah. Promosso senza riserve per quello che è riuscito a fare il giovane pilota della Ferrari Driver Academy. Nessun errore decisivo, subito veloce quanto basta per piazzare la SF-24 a ridosso della top ten in qualifica e, in gara, solido sulla distanza per portare a casa monoposto e punti. 

Piazzamenti e tempi a parte, racconta altro Bearman. Di quel che avrebbe potuto fare meglio e dell'enorme differenza scoperta alla guida di una monoposto turbo ibrida.

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Bearman e il rammarico di una Q3 alla portata

Tra gli "errori" sui quali fa autocritica, c'è il "non essere entrato in Q3, dove avrei dovuto essere: la macchina era veloce abbastanza, è stata colpa mia. La Q2 è stata una sessione davvero sporca e questo ha fatto sì che non la superassi per un pelo. È stata una sfortuna ma sono tutti insegnamenti che metterò in atto la prossima volta, che mi auguro ci sarà.

La novità dell'ERS è costato tempo in gara

In gara ho perso un bel po' di tempo nel provare a superare macchine più lente, semplicemente per il fatto di non aver utilizzato la batteria nel modo più efficace, essendo una cosa nuova per me. Non ho mai dovuto usare l'ERS per difendermi o attaccare. Era la prima volta e forse non sono stato bravissimo, specialmente con Nico che ha fatto un gran lavoro nel tenermi dietro. Ho perso quindi molto tempo e credo che avrei potuto concludere la gara anche una posizione più in alto".

I consigli di Leclerc e Sainz, la preparazione svolta nel lavoro con FDA a Fiorano e i giri sulle monoposto delle stagioni trascorse, fino all'impegno al simulatore, sono tutti fattori che hanno contribuito a scrivere un debutto positivo. 

Bearman: cruciale la preparazione al simulatore

"Aver avuto i suggerimenti da parte di Charles, specialmente in qualifica - ma anche prima della gara - e di Carlos durante la corsa è stato fantastico: mi ha praticamente guidato attraverso i dati che vedeva e istruiva il mio ingegnere di pista. Mi ha aiutato davvero a velocizzare il processo di apprendimento.

Svolgere tutte le procedure è stato più semplice del previsto. Le abbiamo provate così tante volte al simulatore, che sono riuscito a saltare in macchina e sono riuscito con facilità a effettuare tutte le variazioni dei parametri e dei manettini che mi venivano richieste: è un riconoscimento enorme al simulatore della Ferrari. Questo dimostra come il duro lavoro fatto in fabbrica abbia ripagato. 

Il lato fisico è stato chiaramente quello difficile. Mi aspettavo fosse una pista fisica già dalla Formula 2. Saltare su una Formula 1 un po' mi spaventava ma sono riuscito a gestirla, è stata una grandissima sfida".

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