Andretti va avanti come un caterpillar

Andretti va avanti come un caterpillar

Un consiglio a Liberty? Accettateli e chiudiamola qui

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15.04.2024 11:30

Poco importa che Fom, alias Liberty Media, non li voglia in F.1. Gli Andretti vanno avanti, sia quel che sia, fiduciosi che il buon senso prevarrà. E così eccoti inaugurato il polo europeo, a metà della settimana scorsa, nella più classica delle location di F.1, ossia a Silverstone. Con tanto di festicciola, taglio del nastro e foto di gruppo da parte di Michael e Mario, 86enne in forma strepitosa, più il racing partner Dan Towriss.

La maquette in galleria del vento s’è già sphonata da mesi, ora a Silverstone Park, praticamente davanti al circuito classica sede del Gp di Gran Bretagna, apre i battenti la nuova struttura di 40.000 metri quadrati, cui faranno riferimento la squadra e l’ufficio di progettazione. La costruzione materiale dei telai, invece, è prevista negli Stati Uniti, a Fishers, poco distante da Indianapolis. Altre sinergie sono quindi ovviamente previste col main racing partner General Motors, che ha come centro di gravità tecnico agonistico Charlotte, patria della Nascar.

Solita storia, due possibilità: o si ottiene via libera per il 2026, magari con una power unit Renault, o al più tardi, ma proprio alla peggio, si rimanda tutto al 2028, presentandosi con Cadillac alias Power Unit GM.

Andretti non vuole rinunciare alla Formula 1

Andretti Global punta chiaramente ad avere a pieno regime non meno di millecento dipendenti nel progetto relativo alla F.1. Il che significa stazzare il triplo o il quadruplo delle maestranze in forza a una squadra mignon come la Haas, in ogni caso per parte sua più che valida, a giudicare dai primi risultati 2024.

E dietro tutte queste novità, ce n’è una di fondo ancor più grande, direi immensa. Michael Andretti, proprio come aveva rivelato papà Mario ad Autosprint poco tempo fa, tira dritto come un caterpillar, non preoccupandosi più di tanto del fatto che il promoter non solo non lo voglia, ma neanche lo giudichi lontanamente prossimo agli standard richiesti per permettere col suo ingresso un adeguato salto di qualità alla F.1 stessa.

Fuffa, insomma. Il vero motivo della palizzata eretta dal Circus è che undici team iscritti sono uno più di dieci. E dividere la torta dei dollari con un commensale in più, significa mangiare troppo di meno, per i più voraci.

In questo caso, quindi, la tattica adottata da Michael parla chiaro: no, problem, noi ci muoviamo come fossimo già stati accettati, perché nel frattempo l’evidenza, la solidità, la complessità appoggiata e applauditissima del progetto faranno sì che nessuno potrà opporsi, sfidando ciò che le cifre, la meritocrazia, la logica e la storia delle corse già suggeriscono: non solo Andretti Global è un’entità che merita la F.1, ma la F.1 stessa non può che gioire e godere dell’arrivo di una racing dynasty e di una sinergia di tale calibro.

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Andretti in F.1 con un team già esistente?

Intanto resta aperta la possibilità di rilevare una delle squadre di F.1 già esistenti - vedi l’agonisticamente boccheggiante Alpine o la faentina Racing Bulls -, mentre la politica, la diplomazia e anche il buon senso potrebbero gettare litri e litri di lubrificante sulla ruvidezza dei rapporti che ha contrassegnato le vicende d’approccio precedenti tra Andretti Global e Fom.

Vedremo, insomma, quale strada concreta prenderà la faccenda. Con possibilità alternative diversificate e tutte costruttive, indirizzate in un modo o nell’altro ad avere la squadra della partita. Come decima o undicesima entità del Circus, questo si vedrà.

A colpire, nel frattempo, è appunto l’atteggiamento degli Andretti, i quali si comportano evitando polemiche e minimizzando la situazione negativa e ostativa subita. Tale e quale a presentarsi col vestito buono e il regalo ma senza invito a una festa alla quale proprio non ti vogliono.

Anche perché il Circus non è un circoletto privato, ma fa parte integrante di uno Sport affiiliato al Cio, quindi non può brandire oltre certi limiti clausole di sbarramento soggettive.

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Detta in altri termini, se la Fom dovesse estremizzare il diniego ad Andretti come undicesima squadra e nessuno gli vendesse lo slot, Michael e Mario potrebbero sempre fare leva sul già ottenuto e fondamentale nulla osta della Federazione per impugnare la decisione giuridicamente e allora sarebbero cavoli amari, amarissimi in arrivo. Per chi, poi, è da vedere.

L’impressione è che il senso di tutto sia proprio questo. Si va avanti, si continua a spendere oceani di dollari certi che entro un lasso ragionevole di tempo le porte del paradiso della F.1 si spalancheranno finalmente e spontaneamente. Altrimenti si potrà sempre rivendicare in sede legale il danno emergente e il lucro cessanti subiti, con sviluppi imprevedibili per il futuro della F.1. Tanto che l’azione legale già in atto da parte di Felipe Massa, in confronto, parrebbe una partitina di Monopoly.

Un consiglio ai padroni del vapore? Accettate prima possibile gli Andretti e chiudiamola qui.

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