GP Belgio: i 5 temi del fine settimana

GP Belgio: i 5 temi del fine settimana© @RedBullRacing

Continua in modo inarrestabile la striscia di successi consecutivi da parte di Red Bull e Verstappen, mentre Ferrari si ritrova sfruttando la sprint, Alpine cambia tutto e le full wet fanno discutere

31.07.2023 ( Aggiornata il 31.07.2023 11:38 )

Benedetta sprint

Da qualcosa bisogna pur ripartire. Anche da un terzo posto in un fine settimana molto particolare, che ha fruttato il terzo podio stagionale ed un sorriso di mezza estate. Un sorriso che non cancella (come potrebbe?) le amerezze di un 2023 fatto soprattutto di delusioni, ma che aiuta ad andare in vacanza, mare o montagna che sia, senza ulteriori strascichi di delusione.

Tre indizi non possono non essere una prova. Se i tre podi stagionali della Ferrari sono arrivati tutti quanti nei tre fine settimana con all'interno la gara sprint, qualcosa vorrà pur dire. Se in questi tre fine settimana il Cavallino ha raccolto 92 punti e nei restanti nove ne ha raccolti solamente 99, non può essere certamente un caso. Baku, Spielberg e Spa in comune hanno due cose: sono piste da basso carico e sono piste sulle quali sorpassare si può (e infatti, non a caso, sono state opzionate per ospitare la doppia qualifica e la doppia gara). A livello di caratteristiche dunque non sono propriamente uguali al di là del basso carico richiesto (e le medie orarie elevate): Baku è un circuito cittadino, Spielberg e Spa invece si differenziano per alcune tipologie di curve. Eppure, la Rossa è andata bene su tutte e tre: il formato sprint ha avuto la sua influenza, nei tre migliori weekend di questo 2023.

Le ragioni possono essere tecniche, ed in parte certamente lo sono: questa SF-23, che nasceva con l'obiettivo di aumentare l'efficienza aerodinamica della ottima F1-75 (macchina dal grande carico ma con una resistenza all'avanzamento di troppo), è finita nell'estremo opposto, ovvero perdere la principale dote della sorella maggiore (il grande carico) per arrivare ad essere un progetto che funziona addirittura meglio sui circuiti veloci rispetto a quelli più guidati. Non era questo l'obiettivo principale ed un giorno a Maranello cercheranno di capire perché, da un anno all'altro (e dal 2017 ad oggi), non si riesce a “curare” un aspetto della vettura senza andare a perdere anche i punti di forza. Ma intanto, che la SF-23 prediliga piste mediamente più veloci è un dato di fatto.

Poi c'è il discorso del formato sprint. Evidentemente il nuovo simulatore, finito un po' nel dimenticatoio dopo l'ottimo inizio di stagione 2022, sta facendo bene il suo lavoro. Può essere una spiegazione del perché Ferrari parta complessivamente sempre piuttosto bene nei fine settimana di gara, un vantaggio non da poco quando si entra immediatamente in parco chiuso dopo una sola sessione di libere nel weekend sprint. La squadra sa lavorare bene a casa, ma poi il reparto delle operazioni in pista non è in grado si lavorare sulla specifica di base degli assetti deliberata alla vigilia della trasferta: è un sospetto che si fa sempre più fondato ad osservare il comportamento del Cavallino Rampante nei fine settimana con solamente una sessione di libere a disposizione. Quando invece il tempo per provare in pista è maggiore, la Rossa fa più fatica a progredire, al contrario di chi invece interviene più profondamente sulla vettura estraendo più prestazione con il passare delle sessioni.

Qui allora si apre un'altra domanda. Se il lavoro del reparto simulazioni è molto buono, almeno nel deliberare l'assetto di base con cui iniziare il weekend, perché la Ferrari sbaglia puntualmente le sue proiezioni? Lo ha spiegato bene Leclerc: Pensavamo di andare meglio in Ungheria che in Belgio, invece è successo il contrario. Non abbiamo ancora compreso del tutto questa macchina. Se il primo periodo è una constatazione oggettiva, l'ultima frase invece ha un che di preoccupante. Perché nonostante tutto, nel bene o nel male, questa macchina non si fa capire. Troppo altalenante, troppo sensibile a tutto. E' per questo che a Maranello sbagliano puntualmente le previsioni, anche se è un aspetto che stona con la bravura del reparto simulazioni di deliberare gli assetti alla vigilia.

A Spa la Rossa ha conquistato gli stessi punti della Mercedes, ma solo perché Sainz è finito fuori subito, altrimenti avrebbe chiuso con il secondo bottino più cospicuo dopo quello della Red Bull. Dopo tanto penare, le difficoltà della Aston Martin hanno ricondotto a portata di mano la terza piazza nel Costruttori (ora distante cinque lunghezze), anche se in Ferrari l'obiettivo minimo viene ancora considerata la piazza d'onore alle spalle della Red Bull. Classifiche a parte, si deve ripartire dalla macchina: la scelta di assetto al ribasso per quanto riguarda il carico (con buone le velocità di punta) è stato alla lunga premiante, nonostante un fine settimana che su asciutto ha disputato per intero solo la gara della domenica (eccezion fatta per qualche passaggio a metà corsa). Senza riferimenti ed in un contesto di approccio conservativo generalizzato, la Rossa ha ringraziato le basse temperature finendo per trovare una buona conservazione della gomma, almeno rispetto alla diretta concorrenza. L'assetto a basso carico non ha comportato perdite di bilanciamento, segno che la vettura con un'impostazione aerodinamica del genere sa trovare una finestra di lavoro piuttosto buona, tanto che guardando il fine settimana in un quadro d'insieme sembra che il compromesso Ferrari tra velocità di punta e tratti guidati sia stato il migliore della griglia (sempre considerando Red Bull un pianeta a parte), soprattutto in confronto ad un Hamilton troppo scarico e ad una McLaren al contrario fin troppo carica per essere a Spa.

Le settimane di vacanze (due sulle quattro che ci separano dal prossimo GP) saranno utili per ricaricare le batterie ma sopratutto per ritarare i veri obiettivi della seconda parte del 2023. L'imperativo è evitare di ritrovarsi con una SF-23 di nuovo materia oscura, perché senza una reale e totale comprensione della macchina qualunque tipo di lavoro (sia per quanto riguarda gli sviluppi che gli interventi sul set-up) può finire su strade sbagliate. E' la condizione necessaria (ma non sufficiente) per vivere una seconda parte di campionato leggermente migliore della prima. Senza per forza dover aspettare una gara sprint per salire sul podio.

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