A Le Mans McQueen corse davvero

A Le Mans McQueen corse davvero

Le Mans è anche lo scenario del più bel film sulle corse mai girato, quello di Steve McQueen, girato nell’edizione del 1970. Oggi, la testimonanianza di Willy Braillard, vicino di box, svela un mistero sulla star pilota americana che ha aleggiato per decenni

Alfredo Filippone

06.06.2023 10:25

Le Mans '70, pioggia a dirotto

La gara, però, fu un inferno per tutti, a causa della pioggia fittissima, che si fece ancor più infida all’imbrunire: “Pioveva a dirotto, non si vedeva nulla, ricordo di non aver potuto superare i 170 orari e ci furono momenti in cui non si poteva andare oltre i 90-100. Me lo disse Gaban, il mio compagno, che a un certo punto si fermò mi sconsigliò di iniziare un mio turno. Poi rompemmo il cambio verso le undici di sera, ma io rimasi lì come spettatore, ancora in tuta, a godermi quello spettacolo affascinante che scoprivo per la prima volta.

Ed è lì che Willy vede quello che a raccontarlo allora sarebbe stato uno scoop planetario: Saranno state le due o le tre di notte, non ricordo bene, e continuava a piovere a secchi. Ero stato lì sin da quando ci eravamo ritirati, ormai vista l’ora e il tempaccio non c’erano più spettatori nè curiosi nè giornalisti, soltanto meccanici e tecnici. Non c’era nemmeno più la segretaria di produzione del film, che controllava sempre tutto e tutti con modi marziali. Steve era rimasto lì pure lui, andava e veniva dal box, indaffarato a seguire la macchina loro, che si fermava ogni 7-8 giri, per cambiare le bobine di pellicola e le batterie delle cineprese. Era uno come gli altri in mezzo alla gente del suo team, nessuno più badava a lui. Ed è allora che l’ho visto togliersi la giacca a vento, infilarsi una tuta e un casco, scuri e senza scritte, e salire in macchina, per poi scendere allo stop successivo, dopo mezz’ora, e sparire nella sua roulotte. Che era lui, lo posso certificare al cento per cento, l’ho visto con i miei occhi e ricordo perfettamente che vedendomi e sapendo che ero il pilota del box accanto, mi ha strizzato l’occhio.”

La Le Mans clandestina di McQueen

Possibile che altri non abbiano visto la scena? “Quelli che erano lì nel box l’hanno visto pure, ovviamente, ma c’era solo gente del loro team e del nostro, anche Gaban l’ha visto, ma non so dire se altri se ne sono accorti. Di certo, non il commissario che stava vicino alla macchina, più in alto rispetto al box, lui avrà visto soltanto salire un pilota già in tuta e avrà segnato ‘cambio pilota’ sul suo taccuino, all’epoca non c’era nessun dispositivo di identificazione digitale, ovviamente...”

D’obbligo chiedere anche a Braillard come mai questo segreto l’ha mantenuto per decenni , anche dopo la morte di McQueen nel 1980: forse in quell’occhio che Steve gli ha strizzato ha visto una richiesta di discrezione, di complicità da parte di un collega ostacolato nel vivere la propria passione, come capitava spesso in quei tempi, in cui correre era veramente pericoloso? “No, quell’occhio strizzato l’ho preso soltanto come un gesto simpatico”, confessa Braillard, “La verità è molto più semplice: da una parte, che McQueen salisse in macchina, che volesse correre mi è sembrato normale, era un vero appassionato e ci sapeva fare. Dall’altra, non ero cosciente dei divieti e dei vincoli che aveva, è qualcosa che ho appreso moltissimi anni dopo. La mia testimonianza è diventata pubblica solo pochi anni fa, per caso, parlando del più e del meno con Pierre Van Vliet [il più noto giornalista belga di F.1], che poi l’ha usata in un fumetto di Michel Vaillant da lui sceneggiato. Più tardi, Grand Prix [rivista francese di storia delle corse] mi ha intervistato per il numero dedicato al cinquantenario del film. Tutto qui, ormai è passato troppo tempo perchè la cosa faccia scalpore...”

Eh no, caro Willy: la tua testimonianza è preziosissima, perchè scioglie uno dei misteri sui ‘piloti fantasma’ di Le Mans (rimane da delucidare se Ed Hugus ha condiviso per davvero con Gregory e Rindt la Ferrari vincitrice nel 1965...), riscrive una bella storia, anzi la Storia e accresce la statura di un grande personaggio, quel McQueen che ci ha lasciato (anche) una delle più belle citazioni sulle gare: “Le corse sono la vita, qualsiasi cosa prima o dopo è solo attesa.”

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