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Formula 1, Ferrari alla prova del cuoco

È il momento più difficile per la Sf70H, che ora contro la Mercedes deve reinventarsi lievitando, insaporendosi e crescendo in corso d’opera

Mario DonniniMario Donnini

18 lug 2017 (Aggiornato alle 10:10)

Be’ dopo Silverstone i parziali parlano chiaro: la Ferrari è dietro alla Mercedes 6-3 per vittorie, 8-2 quanto a pole e 55 punti nella classifica Costruttori. E improvvisamente un’annata fantastica comincia a mostrare crepe e rughe, anche se tutto è rimediabile e ancora in gioco. 

In fondo Seb Vettel resta al comando del mondiale piloti con un punto di vantaggio su Lewis Hamilton, patrimonio dell’Umanità Rossa del tutto simbolico ma psicologicamente utile a ricordare che il campionato con in palio meno soldi ma più gloria è davvero apertissimo e teoricamente a portata di mano. 

Archiviata Silverstone, magica e piatta Wimbledon di catrame capace d’esaltare come non mai Hamilton e la Mercedes, addirittura imbattuti in Gran Bretagna per tutta l’era turboibrida, già si guarda alla prossima gara all’Hungaroring, che tanto somiglia a una tortuosa Montecarlo tuttavia senza case e rail tra una curva e l’altra. 

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Dettagli, bazzeccole? Anche no. In un toboga del genere, le Rosse d’amblé potrebbero e dovrebbero riscoprire la freschezza energetica della doppietta monegasca, provando a restituire il doppio sganassone beccato in Inghilterra.

Eppure, al di là del ragionamento step by step e della navigazione a vista, la questione nel suo insieme si pone in modo piuttosto diverso e dalla lettura più strutturata. 

La verità è che la Ferrari Sf70H ormai ha dato tanto della spinta propulsiva iniziale ed è nel mezzo del cammino della sua esistenza tecnologica e agonistica. 

Nata stupendamente e ben sviluppata, ora la creatura del sorprendente riscatto e del rinnovato orgoglio Rosso si ritrova esattamente al giro di boa del mondiale - dieci gare corse su venti complessive - con la prova più difficile da superare: quella del cuoco. Consistente nel sapere lievitare e crescere in corso d’opera, insaporendosi e dorandosi, mentre viene rosolata.

Uscendo di metafora, la Ferrari orizzontale di Marchionne, Arrivabene, Raikkonen, Vettel e dei tanti tecnici italiani, Binotto e Resta su tutti, vive il delicatissimo momento di svolta che a suo tempo rappresentò il weak point, il punto debole della Ferrari di Alonso. La quale con l’acuirsi della sfida quasi puntualmente finiva - a detta dello spagnolo che step by step con non eccessiva delicatezza mai mancava di sottolinearlo -, col progredire meno dei rivali diretti. 

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Come una grande potenza che potrebbe vincere la guerra totale ma poi finisce per perderla perché gli approvigionamenti logistici e tecnologici non arrivano con la tempestività dovuta.

Ecco, vero o non vero, certificato o meno, adesso la Ferrari di Marchionne, Arrivabene eccetera eccetera, nel dopo Silverstone, che è anche un pre-Hungaroring, ha di fronte la prova suprema di questa fondamentale metà stagione.  

Prova che non è tanto e solo sfidare la Mercedes ogni due weekend da qui alla fine della stagione, ma anche e soprattutto affrontare se stessa giorno per giorno, cercando di superare quelle viscosità e quelle reazioni non irresistibili che in passato troppe volte con altri timoni e sotto altri timonieri hanno visto sfumare la festa finale.

La morale di Silverstone non è nella presunta malintesa e niente affatto vera imbattibilità di Hamilton e della Mercedes, che in altre lande restano vulnerabili e attaccabilissimi. 

Il senso della sconfitta nella battaglia d’Inghilterra è un altro, ben più sottile, maturante e ricco di uno stimolante allarme. 

La Ferrari di oggi è chiamata a dimostrare d’essere migliore di quella del passato prossimo, andando oltre l’evo 3 del motore, giocando d’incessante sintonia fine sulla Sf70-H e mettendo in condizione Vettel e Raikkonen di iniettare pressione e preoccupazioni a Bottas e Hamilton, a partire dalle qualificazioni, proverbialmente la fase a oggi meno incisiva per gli uomini del Cavallino Rampante.

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Perché la seconda parte del mondiale somiglierà tanto a una fase finale di Masterchef, nella quale sarà premiato con la vittoria il cuoco migliore.

Dal 2013 a oggi, per la prima volta, la Ferrari non blocca lo sviluppo della monoposto buttando il progetto alle ortiche a metà estate. La sfida con la Mercedes sarà durissima. A Maranello si stanno preparando, è questa la novità.

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