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GP Turchia, Verstappen a Istanbul con 7 gradi di sbilanciamento

© Getty Images

La fiera delle occasioni mancate, ovvero, il Gran Premio di Turchia dalla prospettiva di Max Verstappen. Da un sabato nel quale Hamilton, una volta tanto, non è lì a dettar legge, ma c’è Stroll a beffare l'olandese, passando a una domenica nella quale il ritmo Red Bull poteva essere quello buono per puntare a un risultato diverso dal sesto posto rimediato, 44” dietro Hamilton nonostante una miriade di errori ed episodi.

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Il più grave nel tentativo di sorpasso su Sergio Perez, da una chance nata da una migliore trazione al rischio estremo di un punto nel quale la manovra pensata da Max semplicemente era a dir poco azzardata.

Assetto sbilanciato

Ma c’è anche altro, scoperto dopo la bandiera a scacchi, che ha condizionato il comportamento della RB16 in gara: “Abbiamo scoperto che un lato dell’ala anteriore era regolato in modo errato, di 7 gradi. Normalmente regoliamo l’ala solo in qualifica con un massimo di mezzo grado. Guidavo con troppo sovrasterzo e ho dovuto compensare con altri settaggi dal volante, però ho perso tanta trazione. Quindi, dopo un paio di giri la gomma anteriore destra ha degradato ed è stato difficile”, spiega Max.

Vibrazioni negative al via

Gara nata male e finita peggio, con una partenza al rallentatore più di altri, praticamente fermo in griglia, con una spiegazione che è di aderenza al limite dell’inesistente e tecnica: “Siamo partiti malissimo, qualcosa è andato storto al via. Avevamo troppe vibrazioni sul motore e hanno provocato molto pattinamento. Quando è bagnato non te ne accorgi molto perché c’è tanta aderenza, ma su una pista come in Turchia, dall’asfalto scivoloso, ne soffri le conseguenze. In aggiunta, è entrato l’antistallo”.

Asfalto dell’Istanbul Park criticato da Max come da altri piloti, per le precarie condizioni di grip già sull’asciutto. Condizione che Ross Brawn, al contrario, ha giudicato sfidante e, essendo uguale per tutti, rimandata più alla capacità di interpretazione e adattamento dei piloti. Occasione mancata, quando al termine del campionato restano 3 gare e un Bahrain inedito sull’Outer Ring. Tempo di bilanci per Verstappen, certo più bilanciato nelle dichiarazioni dello scorso inverno, quando il target era di concludere tutte le gare sul podio e capire se, chance di titolo, sarebbero arrivate lungo il cammino. Altre, roboanti, premesse a sentire Marko.

Aspettando Godot

“Saremo terzi nel mondiale, perciò è stato un anno piuttosto positivo. Penso abbiamo ottenuto dei buoni risultati date le nostre opzioni. Il prossimo voglio lottare per il mondiale, è l’unica cosa che conta”, scandisce Max intervistato da Ziggo Sport. Corsa al titolo che passa da una monoposto all’altezza, sin dal primo GP, e da gare prive di errori come quello commesso in Turchia, all’attacco di Perez, sul quale Verstappen approfondisce: “Sapevo avevamo la giusta velocità e sono riuscito a superare in fretta un po’ di macchine. A un certo punto sono rimasto bloccato dietro Vettel fino al suo pit-stop, dopo avete visto i miei tempi come fossero buoni.

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Perez ha commesso un piccolo errore e io ero vicino, all’improvviso ho avuto tanto sovrasterzo e sono finito sulla via di fuga verde, che è totalmente priva di grip”.